A Riccione con la mamma
Abolirei la parola "anziani": scippa la personalità e la storia degli individui.
La mamma sta finendo di chiudere la sua valigia, il mio zaino è pronto sul letto. Chiamiamo un taxi fino alla stazione Garibaldi e prendiamo un Freccia Rossa per Riccione.
Arriviamo con mezz'ora di anticipo ma mannaggia lo mettono all'ultimo e il binario è lontano: la mamma deve fare una corsetta inaspettata. Si concentra e ce la fa, bravissima! Il treno parte al volo. Prima tappa andata. E prima ventata di giovinezza.
Ci aspetta un albergo di tutto punto adatto alle sue esigenze e, perché no, anche alle mie. Che non sono più giovanissima ;-)
Mi prefiggo lunghe nuotate e una buona dose di lavoro, questo è un mese editoriale intenso per me. E mentre la mamma si prende il sole, mi ritaglio le ore per portarmi avanti.
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Abbiamo fatto vari viaggetti e vacanzine insieme. Un paio di anni fa siamo state a Salisburgo e Monaco, due belle città che oggi sarebbero troppo faticose: per la schiena malmessa è meglio l’Adriatico. Piatto, comodo e accogliente. Gente meravigliosa i romagnoli.
Di solito scegliamo l’agosto o addirittura il Ferragosto, che a Milano è pesante. Va bene per lei, che si toglie da qui, e va bene per me che in questo mese non viaggio, troppa gente e prezzi altissimi. Casino per casino, tanto vale la riviera, con gli ombrelloni colorati e i suoi begli aperitivi in spiaggia. A noi piacciono gli aperitivi, li facciamo anche in casa.
✴️ Ogni settimana nei Pensieri Nomadi racconto la mia vita in movimento, il cambiamento e la scelta nomade, la bellezza dell' infinito viaggiare.
✴️ Lasciati ispirare ✴️
Alle persone in età che stanno spesso sole, fa bene il movimento, un po' di vita, come si dice, e forse anche un po’ di confusione. Animano l' esistenza, mettono un tocco di spensieratezza, alleggeriscono i malanni. Si fa il pieno prima del ritiro invernale.
Non ho mai pensato di accompagnare mia mamma in uno di quei posti tutti organizzati “per gli anziani”, né lei ci è mai andata, morirebbe. Ha piuttosto bisogno di giovinezza, di aria fresca.
Credo che questo sia uno dei più grandi mali del secolo: la separazione degli anziani dal resto del mondo. La segregazione, oserei dire, non soltanto nelle case di riposo ma anche negli appartamenti vuoti o svuotati.
Mi chiedo dove sarò io alla sua età, 85 portati benissimo. Fortunati e sempre più rari quelli che vivono nelle famiglie, o a stretto contatto con queste. La maggior parte, soprattutto a Milano e soprattutto donne, vive in solitudine.
Molto diverso in Oriente, dove i pochi anziani vivono in nuclei famigliari estesi. Qui da noi ormai questa fase storica è superata, ma sarà presto superata anche laggiù.
Sogno di andare con il mio compagno e con gli amici in un falansterio dove vivremo tutti insieme. Chissà però se avrò, se avremo abbastanza energie fisiche e mentali per farlo. Il tempo fugge e sarebbe utile organizzarsi in anticipo, ma nella vita attiva che conduciamo non c’è tempo per pianificare una cosa che sembra lontana e forse fa anche un po’ paura.
Quando tento di pensare a come sarà la mia vita più avanti, mi sfugge sempre. Quel che faccio è prepararmi come posso, cioè star bene adesso, unica garanzia per star bene domani. Forse.
Lo vedo su mia mamma e comincio a vederlo anche su di me: man mano che l’età avanza, ci vuole un surplus di energia per fare qualunque cosa. Un di più di determinazione e anche un di più di coraggio per combattere la stanchezza, la pigrizia, i malanni, i lutti o, peggio di tutto, la mancanza di senso.
Proprio nell' età della maggiore fragilità ci tocca trovare una forza inedita. E per questo ci vuole supporto, non soltanto dei propri affetti, ma magari di un fisioterapista, di uno psicologo o di un centro di meditazione per tenere sani e vivi corpo e mente. Scelte intelligenti da mettere in conto.
Mia mamma preferisce “vecchio” ad “anziano”, e credo di capire perché: è più naturale e meno retorico. Più caldo e autentico, opposto a una categoria freddamente sociologica, che annulla nel mucchio generale le personalità e le storie. Orribile.
Lasciamo la parola “anziani” alle statistiche e percepiamoci come individui in continua evoluzione.
È allora senz' altro meglio essere vecchi che anziani. E soprattutto invecchiare senza diventare vecchi, come dice il titolo di un libro che sta nella libreria della mamma. Aver voglia di andare una decina di giorni nel casino di Riccione mi sembra un buon segno.
Ogni tuo racconto è poesia e insegnamento. E specchio di tanto intrappolato in me.
Un Grazie senza fine💓💓💓
Buon aperitivo o aperitivi!