Aboriginal Land
Per la prima volta a Brisbane ho partecipato a una manifestazione per i diritti dei popoli indigeni. Te lo racconto con grande emozione.
Il 26 gennaio è l'Australian Day, Festa nazionale, ma per gli aborigeni è l'Invasion Day, il giorno dell'invasione.
I bianchi celebrano l'evento del 1788, quando fu stabilita la sovranità inglese sul paese. Gli aborigeni lo ricordano come l'inizio della fine, del genocidio, come lo definiscono, della distruzione del loro popolo e della loro cultura. Della dominazione che li avrebbe per sempre espropriati della terra su cui vivevano da millenni.
Dopo 250 anni chiedono ancora riconoscimento, libertà, verità sui crimini commessi. E giustizia, perché ancora oggi subiscono profonde ingiustizie, discriminazioni, povertà, abusi della polizia.
Nelle comunità aborigene sono altissimi i tassi di alcolismo, disoccupazione, evasione scolastica. Chiedono verità sulla Stolen Generation, la Generazione Rubata dei bambini strappati dai villaggi e dalle famiglie per essere inseriti nella scuola dei colonizzatori.
Chiedono che la sovranità aborigena sia inserita nella costituzione nazionale. Chiedono l'abolizione di questa data troppo controversa. Chiedono un trattato tra nazioni, alla pari col governo australiano. Si chiamano First Nations, perché sono loro le prime nazioni dell'Australia.
Aboriginal Land, come la definiscono.
Il 26 ci siamo riuniti in piazza a Brisbane, insieme a tante altre manifestazioni in tutte le città del continente. Ho ascoltato le testimonianze di giovani e anziani, toccanti e orgogliose, ho marciato accanto a loro. E a tanti australiani bianchi, indiani, africani, asiatici che non accettano la data della vergogna che divide il paese.
No pride in genocide. Nessun orgoglio per il genocidio.
Shame. Vergogna. Lo abbiamo urlato in tanti.
Ho sentito rabbia, tristezza, oppressione, e tanta lotta in questo popolo. E un grande appello affinché ciascuno faccia la sua parte per tenere viva la consapevolezza di ciò che ha significato la colonizzazione per la loro gente. E per cambiare le cose.
Nella foto mi vedete con il segno aborigeno sulla fronte. Strisce di argilla a significare il contatto con la terra.
Terra madre. Da cui tutti nasciamo liberi e uguali. L'abbiamo inventata noi questa formula. Eppure.
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Viaggiare è anzitutto partecipare, condividere la storia dei popoli, ascoltare e imparare.