Per me è la newsletter più bella che tu abbia scritto! Io ho notato che più scrivo e più mi addentro in riflessioni e pensieri, che non sapevo nemmeno di provare. Non so se provi qualcosa di simile, scrivendo questa newsletter: ogni puntata è un viaggio interiore. Bellissimi i concetti come umiltà e pratica, che oltre alla meditazione si sposano molto bene con lo yoga.
Super interessante. Me lo sono chiesta tante volte, per cosa vivo, e se mi concentro sulla teoria non trovo una risposta. Se invece guardo alla mia esperienza di vita, alle scelte, a volte radicali, che ho fatto e a come vivo, vedo tre cose: l' amore incondizionato (anche se non ancora per me stessa); la curiosità nei confronti delle sfumature della realtà, dei modi di vivere e di pensare, delle circostanze che si creano o non si creano; e infine la, chiamiamola "sostenibilità", nel senso che ho sempre fatto di tutto per condurre una vita il più giusta possibile secondo i miei valori. Forse è quella cosa che i buddisti chiamano "non nuocere".
Mi piace quando arrivano tue notizie. C'è finalmente qualcosa che nutre. È così difficile partecipare a conversazione dense che non parlino di cose. Pensieri nomadi è il tuo racconto ma può diventare anche il mio. Si muove sempre qualche energia che aiuta a fare spazio.
Apertura è l'eco che ho sentito il suggerimento dal tuo sentiero al mio sentiero. Vivere aperti è esercitarsi a non avere confini, a non avere certezze irremovibili. l'apertura che vuole ascolto può dirmi altro. Innanzitutto che non ho nulla da difendere e che non importa aver ragione, è più importante esplorare quella terra del non so. Quella terra che ci viene incontro in quella che chiami meditazione: attenzione sul tutto senza pre- giudizi, senza pre- ferenze. Quella terra in cui lasciamo i concetti e stiamo. Quella terra in cui il Noi di cui parli è sostanza di cui siamo fatti.
Nessuno esiste isolato siamo tutti fatti di Noi : aria acqua alberi sole terra cibo relazione, la realtà si dona tutta insieme in un unico Noi.
Forse l'altra parola del Noi è amore. Dici bene che è qualcosa da conoscere in profondità. L'amore non è l'innamoramento, non è il possesso, non è la soddisfazione o il piacere che l'altro da a me è qualcosa simile all'incontro con ciò di cui siamo fatti e di cui l'altro è fatto, la natura è fatta. È connessione che lega tutti a tutto e se siamo fortunati o se forse abbiamo avuto la pazienza di attendere e scavare a fondo è ciò che lega a lungo una coppia. Un sottofondo ampio senza confini che resiste silenzioso nonostante tutto: le differenze, i malumori, la noia, le reazioni dell' io, e il suo bisogno di essere al centro.
Apertura è anche sapere di dover imparare ad accogliere le ferite perché la sofferenza degli altri e nostra esiste ed ha radici da scovare. Starei in quella terra del non-io può essere l'unguento, una fiducia sconfinata in un "inafferrabile cielo accogliente."
E io per che cosa vivo? Ho tre figli grandi, una vita di coppia in cui intravedo quel sottofondo silenzioso, una soddisfacente non- carriera da pittrice e quindi oggi desidero vivere lasciandomi viaggiare verso il Noi.
Grazie a te, mia dolce compagna di esplorazioni, nomade sul posto 😊 Anch'io sento spesso il limite del parlare di cose, scambi sulla schiuma. E non è facile un dialogo nel profondo del mare, per questo mi è tanto prezioso 🙏
Grazie per i tuoi pensieri. Un viaggio bellissimo che scava nel profondo.
Grazie a te, cara Donatella 😊
Per me è la newsletter più bella che tu abbia scritto! Io ho notato che più scrivo e più mi addentro in riflessioni e pensieri, che non sapevo nemmeno di provare. Non so se provi qualcosa di simile, scrivendo questa newsletter: ogni puntata è un viaggio interiore. Bellissimi i concetti come umiltà e pratica, che oltre alla meditazione si sposano molto bene con lo yoga.
Super interessante. Me lo sono chiesta tante volte, per cosa vivo, e se mi concentro sulla teoria non trovo una risposta. Se invece guardo alla mia esperienza di vita, alle scelte, a volte radicali, che ho fatto e a come vivo, vedo tre cose: l' amore incondizionato (anche se non ancora per me stessa); la curiosità nei confronti delle sfumature della realtà, dei modi di vivere e di pensare, delle circostanze che si creano o non si creano; e infine la, chiamiamola "sostenibilità", nel senso che ho sempre fatto di tutto per condurre una vita il più giusta possibile secondo i miei valori. Forse è quella cosa che i buddisti chiamano "non nuocere".
Grazie, mi trovo in grande sintonia, e mi fa molto piacere
Mi piace quando arrivano tue notizie. C'è finalmente qualcosa che nutre. È così difficile partecipare a conversazione dense che non parlino di cose. Pensieri nomadi è il tuo racconto ma può diventare anche il mio. Si muove sempre qualche energia che aiuta a fare spazio.
Apertura è l'eco che ho sentito il suggerimento dal tuo sentiero al mio sentiero. Vivere aperti è esercitarsi a non avere confini, a non avere certezze irremovibili. l'apertura che vuole ascolto può dirmi altro. Innanzitutto che non ho nulla da difendere e che non importa aver ragione, è più importante esplorare quella terra del non so. Quella terra che ci viene incontro in quella che chiami meditazione: attenzione sul tutto senza pre- giudizi, senza pre- ferenze. Quella terra in cui lasciamo i concetti e stiamo. Quella terra in cui il Noi di cui parli è sostanza di cui siamo fatti.
Nessuno esiste isolato siamo tutti fatti di Noi : aria acqua alberi sole terra cibo relazione, la realtà si dona tutta insieme in un unico Noi.
Forse l'altra parola del Noi è amore. Dici bene che è qualcosa da conoscere in profondità. L'amore non è l'innamoramento, non è il possesso, non è la soddisfazione o il piacere che l'altro da a me è qualcosa simile all'incontro con ciò di cui siamo fatti e di cui l'altro è fatto, la natura è fatta. È connessione che lega tutti a tutto e se siamo fortunati o se forse abbiamo avuto la pazienza di attendere e scavare a fondo è ciò che lega a lungo una coppia. Un sottofondo ampio senza confini che resiste silenzioso nonostante tutto: le differenze, i malumori, la noia, le reazioni dell' io, e il suo bisogno di essere al centro.
Apertura è anche sapere di dover imparare ad accogliere le ferite perché la sofferenza degli altri e nostra esiste ed ha radici da scovare. Starei in quella terra del non-io può essere l'unguento, una fiducia sconfinata in un "inafferrabile cielo accogliente."
E io per che cosa vivo? Ho tre figli grandi, una vita di coppia in cui intravedo quel sottofondo silenzioso, una soddisfacente non- carriera da pittrice e quindi oggi desidero vivere lasciandomi viaggiare verso il Noi.
Grazie Cri.
Grazie a te, mia dolce compagna di esplorazioni, nomade sul posto 😊 Anch'io sento spesso il limite del parlare di cose, scambi sulla schiuma. E non è facile un dialogo nel profondo del mare, per questo mi è tanto prezioso 🙏