Cosa c'è nello zaino
La regola del 3 e altri segreti. Il viaggio come esercizio di essenzialità.
Eccolo lì il piccolissimo azzurro che spunta vicino all’enorme trolley che gli fa compagnia nella cappelliera aperta del treno. Treno per Rimini, Ferragosto in pieno stile italico, con la mamma.
Amico di viaggio
Ne ho due in realtà. Quello azzurro che vedete lassù è il più elegante, e ha pure lo scomparto per il computer. Ma non è il più comodo e capiente. Il mio affezionato è il vecchio Mochila, che vedete quaggiu, a cui ho dedicato anche una lode. Per il suo essere morbido, confortevole e perfettamente adatto alla mia schiena.
Se un giorno perdessi tutto, se fossi costretta a fuggire, a emigrare, lui sarebbe con me a custodire le poche cose che mi servono. E qualche traccia del mio passato. Continua qui: https://www.pensierinomadi.it/mochila
Non potrei pensare di viaggiare senza di lui. Siamo andati ovunque insieme. Viaggi lunghi e corti. L’unico tradimento è l’azzurro, snello e urbano, giusto così, perché non si può sempre andare in giro con uno zaino rosso da montagna.
Finché avrò schiena per reggerlo viaggerò, poi mi fermerò. Non posso pensarmi con una valigia al traino, voglio essere libera nel movimento e poter camminare ovunque, senza impicci. Quando si viaggia coi mezzi pubblici, è necessario considerare tratti a piedi, anche lunghi. E bisogna essere comodi.
Lo porto come unico bagaglio, sempre a mano. A parte una borsina a tracolla con cellulare e portafoglio sempre attaccati al corpo. Quindi ci deve stare tutto, anche per periodi prolungati. Compreso il pc per lavorare da remoto.
Una bella sfida. Le mie spalle non caricano più di 7-8 chili (con mezzo litro di acqua).
La regola del 3
Provo a elencare un kit di base, compresi i capi indossati, messo meticolosamente a punto nel tempo secondo la regola del 3 imparata sul Cammino di Santiago: uno su, uno salvo nello zaino, uno a lavare/asciugare.
Con la regola del 3 si può andare in capo al mondo. Infallibile, testato su 6 mesi e per vari climi.
Dai piedi alla testa:
ciabattine di plastica (scarpe per camminare ai piedi)
3 calzini (uno giap da indossare con le infradito se fa freddo)
3 intimo
3 magliette/camicie
3 pantaloni corti/lunghi
1 pile
1 giaccavento
1 mantella antipioggia che copre tutto, te e lo zaino
1 sciarpa
1 costume da bagno (che uso anche per fare ginnastica)
essenzialissimi bagno (ma con i trucchi per gli occhi)
un marsiglia per lavarsi e per lavare (si lava parecchio)
3 mollette per stendere, 3 elastici
3 sacchetti di plastica che si lavano e riusano
1 asciugamani leggera (ne sto usando una di cotone indiano che fa anche da copricapo o pareo all’occorrenza)
pc e cavi vari
cosine curiose: un sacchettino di lavanda per profumare lo zaino; un piccolo monile che mi protegge; una “veste da camera” a righine blu; ciabattine di pezza leggerissime e pieghevoli; un taccuino con penna a sfera vera; un sacchetto di tela bianca con tovagliolo a quadretti blu per il pranzo e minicontenitore per cibo arancione; borraccia rosa per l’acqua.
7 principi fondamentali
Gli indumenti che vengono con noi sono quelli che più ci piacciono, che ci stanno bene, e con colori coordinati tra loro. Essenziali ma belli.
Più le cose sono ordinate più ce ne stanno…e meno pesano!
Tutto sempre pulito e piegato: deve essere un piacere aprire lo zaino.
Le cose leggere in basso e quelle pesanti in alto: così il peso è ben bilanciato e non tira giù.
Insacchettare per proteggere dall’umidità.
Zaino coi lacci intorno alla vita: ben fissati sopra le anche perché il peso sia distribuito lungo la schiena e lo zaino non tiri sulle spalle.
Se lo zaino è ben congegnato, dopo un po' sparisce dalla schiena, non lo senti più. Diventa parte di te.
Esercizi di essenzialità
Lo zaino è un esercizio di essenzialità, come pure il viaggio. E la stessa vita nomade che conduco. Mi sembra che liberarmi di tutto mi renda felice.
La leggerezza delle cose è anche leggerezza dell’anima.
Lavo e metto. Non ho bisogno di altri vestiti. Quando si consumano li sostituisco man mano; idem le scarpe. L' unico paio è scelto con molta cura. Deve andare in città e sui sentieri.
Lo zaino mi dà la misura. Ciò che è superfluo non ci sta ed è inutile acquistarlo. Esso è dunque anche un parametro ecologico.
Portarsi in giro la casa quando si viaggia è un controsenso. Viaggiare è anzitutto lasciare casa e il proprio per andare verso altro.
Il mio personale obiettivo di vita è l’essenzialità. Andare al cuore delle vicende, delle esperienze, delle persone. Ci sto provando anche così.
Un caro saluto e buon Ferragosto.
Cristina
Dal traghettino che da borgo San Giuliano porta al lungomare di Rimini, attraversando il canale.
Letto ieri sera, in modalità relax 😎 Non sono proprio una nomade, ma sto imparando a disfarmi di tante cose davvero superflue, e quindi un aiutino come questo viene bene.
Anch'io uso il marsiglia, e da un sacco non sto a perder tempo in rifacimenti di guardaroba, quello che ho me lo faccio durare. Compro solo se necessario.
Grazie. Buon dopo Ferragosto 🤗
Come sono d'accordo! Come regina dell'organizzazione ho trovato un piacere intrinseco e soddisfacente nel leggere tutte queste accortezze. E la regola del 3 mi mancava! La metterò molto presto in pratica!