L'anniversario delle dimissioni
Più che la fine è stato un vero inizio. Perché sai cosa lasci ma non sai cosa trovi. Anche se ti sembra di saperlo, quello che poi trovi è proprio tutto nuovo, e inaspettato.
Oggi, 15 marzo, è un giorno speciale per me: l'anniversario delle dimissioni.
Otto anni fa, ho messo in una scatola della frutta le poche cose che ancora avevo sulla scrivania. Le ero molto affezionata. Era stata il mio orizzonte per due decenni. L' ho pulita bene e l'ho salutata con grande affetto. Un po' incredula, quel momento che avevo immaginato un sacco di volte alla fine era arrivato.
Ho sceso lentamente le scale della casa editrice e ho messo la scatola nel bagagliaio della macchina del mio compagno. Poi sono andata a festeggiare coi colleghi e le colleghe di una vita in un bel locale dietro l’ufficio. Sono venuti tutti ad abbracciarmi, anche i capi.
Si, perché non me ne sono andata sbattendo la porta, né a causa di una situazione degradata o sgradevole. Anzi. Ho lasciato in un momento gratificante del lavoro, dopo aver coronato la mia carriera di redattrice con una posizione di responsabilità. È stata una decisione motivata dal “si”, piuttosto che dal “no”.
Qui ho lavorato bene, ho raggiunto un bel traguardo, ho imparato tante cose, sono cresciuta professionalmente e umanamente, ho fatto tanti bei libri per la scuola, ho conosciuto persone straordinarie. E adesso è arrivato il momento di andare. Questo è stato.
E perché andare via? Per provare una vita nuova, più libera, e una forma di lavoro nuova, anch’essa più libera. La zona di comfort in cui ero perfettamente inserita non mi bastava più. Mi aveva dato tutto ciò che mi poteva dare.
Sono riuscita ad agire quando ho pensato un pensiero contrario al senso comune: a cinquant'anni spero di aver accumulato abbastanza forza e maturità per cambiare.
Non sono naturalmente decisioni facili, io poi non sono una dai colpi di testa. Ho riflettuto e ponderato a lungo, confrontandomi sempre con le persone a me più care. Ho fatto i conti e mi sono assicurata qualche collaborazione esterna per iniziare. Ho avuto fiducia nel lavoro e il lavoro ha avuto fiducia in me. Finora non mi è mai mancato.
Non bisogna ascoltare i giudizi di chi dice che cinquanta sono troppi per cambiare, che è pericoloso fare scelte a questa età. Ascoltiamo soltanto noi stessi e agiamo per favorire il nostro benessere, che significa anzitutto costruire le condizioni concrete per realizzarlo.
Condizioni non soltanto materiali ma psicologiche, che sono altrettanto importanti e si basano sulla condivisione e la vicinanza di chi ci ha aiutato e accompagnato nel travagliato processo decisionale. Non si può essere soli in queste svolte, altrimenti non funzionano.
Le dimissioni sono state il primo passo. Dietro la porta che si è aperta, la realtà si è rivelata nuova, molto più nuova di quello che mi sarei aspettata. E questo è il tratto più interessante e sorprendente del cambiamento.
Il cambiamento cambia tutto, anche noi stessi.
Quel 15 marzo, i colleghi mi hanno regalato tre auspici: una coperta per stare davanti al camino, un ulivo da piantare in giardino e le bacchette per camminare. All'epoca ero stanziale e non immaginavo lontanamente di diventare la nomade che sono ora.
Mi sono lentamente adattata alla libertà, a un’inedita leggerezza che mi si parava davanti, ho imparato a gestire una maggiore precarietà, ad apprezzare l’essenzialità, a concepire il lavoro come un compagno di viaggio. E così, strada facendo, sono mutati i desideri e gli obiettivi. Non più camino e giardino, ma mondo.
Ogni anno festeggio e sono ancora felice di quel passo. Benedetto il giorno delle dimissioni, il più grande atto di coraggio della mia vita.
Oggi per festeggiare sono andata dal parrucchiere - perdona la vanità, ma ogni tanto ci vuole 🙂
"Più che la fine è stato un vero inizio"
Questo vale anche per me.
Le mie non sono state dimissioni ... io sono stata licenziata a causa della messa in liquidazione dell'azienda dove lavoravo da trentadue anni ... non sto a descrivere come mi sono sentita, dico solo che il peso di tutto ciò mi impediva di vedere, uso di nuovo le tue parole: "quello che poi trovi ... proprio tutto nuvo e inaspettato."
"Ho iniziato ad apprezzare il lavoro come compagno di viaggio" ti ricito perché queste parole hanno risuonato forte in me ❤️ non sai quanto lo capisca. Buon anniversario