Lavoro e libertà
Bonjour da Arcachon! Sto risalendo: Marsiglia, Cevennes, costa atlantica, Bretagna. Poi si vedrà.
Uno dei miei uffici volanti di questi giorni in un paesino dell' interno francese che si chiama La Grande-Combe, anche se è minuscolo 😊
Sto viaggiando in modo itinerante sui bei treni francesi, sbarcando ieri ad Arcachon, costa atlantica. Scrivo molto presto questa mattina, perché appena smette di piovere andrò a esplorare la natura qui intorno, in particolare una famosa duna di sabbia e il suo bosco, la duna di Pilat.
Sto lavorando parecchio perché è stagione editoriale piena. Approfitto di ogni momento. La mattina prestissimo - adesso sono le 6.30 -; la sera al rientro - ieri sono stata al tavolo fin verso le 23; gli spostamenti da un punto all'altro. Mezze giornate in cui tiro fino alle 14-15, con spuntino e pomeriggio per le visite; oppure giorni interi, alternati a quelli liberi, in cui mi chiudo in casa e non esco finché non ho terminato il capitolo da revisionare.
Ciao, benvenuta e benvenuto tra i Pensieri Nomadi 🌹
Grazie di ritrovarti su queste pagine e grazie alle persone nuove che sono arrivate nei giorni scorsi 🙏
Se non lo hai ancora fatto, puoi iscriverti ora. Scambiare esperienze, visioni e sentimenti è lo scopo di questo blog. Buona lettura, Cristina
Il nomadismo digitale non è tutto rose e fiori. Non va idealizzato. Ha la sua fatica, ovviamente, come del resto ogni routine lavorativa. Personalmente, alla stanchezza della sedentarietà preferisco quella del movimento, e non tornerei indietro all'impiego fisso, che ho lasciato nel 2016.
Ci vogliono alcune qualità che si raffinano col tempo e con la pratica. Nella mia esperienza, soprattutto: flessibilità di orari e adattamento alle diverse postazioni - può essere una casa, una stazione o un bar, a volte non ho il tavolo e mi siedo a terra, gambe incrociate e pc in grembo; organizzazione, per non mancare le scadenze; concentrazione immersiva per non disperdersi; disciplina, che ti fa alzare all’alba o rinunciare a una bella gita per finire quello che stai facendo.
Piove ad Arcachon, e le luci sono bellissime stamattina.
La creatività la alimento dall'esterno. Il continuo cambio di scenario per me è molto stimolante intellettualmente, e anche motivante: mi fa spicciare, così poi vado a farmi i miei giri.
Non ti devi però annoiare a lavorare in solitaria, perché è questa spesso la condizione del lavoro da remoto. Almeno per me, che mi occupo di libri; a parte le mail e qualche riunione telefonica o sulle piattaforme, il resto è svolto in completa autonomia e autogestione, nel bene e nel male.
C’è stato un periodo in cui non volevo più lavorare, mi ero proprio stufata. Mi pesava molto stare al tavolo, dopo molti anni di redazione non ne potevo più. Poi è arrivata la pandemia: il mondo si è fermato e mi sono fermata anch'io, con un intero anno sabbatico, anzi quasi diciotto mesi. Ne sento i benefici ancora adesso.
L'anno sabbatico ha rappresentato una svolta in molti sensi. Ho avvisato i colleghi che non stavo scappando, avevo soltanto bisogno di uno stacco e poi sarei certamente tornata. Ho fatto due conti e avevo risparmi per vivere un periodo senza stipendio. Non sapevo esattamente quanto e ho proceduto per gradi, come faccio sempre, per non spaventarmi troppo. Prima sei mesi, poi altri sei, poi altri sei.
È cambiato tutto, il mio modo di lavorare e di stare al mondo, e anche il rapporto con i soldi. Sono diventata più leggera, e ho imparato a relativizzare: quello che mi sembrava poco è diventato tanto. Non ero sicura di farcela e invece ce l'ho fatta. Ho compiuto delle scelte, ho venduto la mia casa di Milano, che davo in affitto, e ho incamerato risorse per vivere. Per migliorare la mia esistenza ora, non per un futuro che non si sa.
Oggi continuo a lavorare, ma con spirito più libero. Con un atteggiamento mentale diverso, più distaccato, più realista, più coinvolto. Può sembrare una contraddizione ma non lo è.
Lavorare in modo meno ansioso mi dà lo spazio per apprezzarne gli aspetti di apprendimento: lavorare è sempre imparare. Grazie al mio tesoretto, posso lavorare meno, e se non sei sempre di fretta, puoi gustarti finalmente quello che leggi, scrivi, studi. E avere tempo per te, per gli affetti, per i viaggi: la ricchezza che non ha eguali nella nostra epoca.
Nella scelta nomade, poi, la motivazione si è fatta più forte: ne ho bisogno per portare avanti il mio stile di vita - il lavoro è diventato chiaramente un mezzo e non un fine - e apprezzo sopra ogni cosa una mansione, come quella editoriale, che ha il pregio di essere trasportabile, di poter viaggiare con me in ogni dove.
C’è poi un altro aspetto motivazionale che è sopravvenuto con l’età. Andando avanti con gli anni, il lavoro cambia valore. Quando sei più giovane, è terreno di crescita, impegno, investimento, a volte forse eccessivo, ma certamente trainante. È successo anche a me. Adesso invece mi accorgo che, soprattutto, il lavoro mi tiene sveglia la mente e che, grazie ai libri, agli articoli, ai siti che mi capita di revisionare o consultare, resto in contatto con la società in modo pieno.
Il lavoro mi permette di non perdere di vista le novità del mondo, che temo mi sfuggirebbero se smettessi di occuparmene grazie al mio mestiere. Una su tutte, l' intelligenza artificiale. Forse sarei pigra e lascerei perdere tanti temi, approfondimenti, informazioni. Sono contenta invece di stare vicina alle cose importanti che si muovono, e con una certa sistematicità.
In questo momento, dunque, lavoro e libertà sono legati in molti modi. Libertà di movimento e ampiezza di pensiero. Libertà economica, libertà di condurre lo stile di vita che preferisco. Libertà di tenere uniti gli aspetti della vita, senza separare nettamente il tempo libero da quello impegnato, ma mischiandoli in un equilibrio per me più sano. Ne ha parlato anche
che si occupa di questi temi. La vita dovrebbe essere un fatto di equilibrio, non di evasione.Sono affezionata al mio computer come a un fedele compagno di avventure. Che, tra le altre cose, mi fa sentire radicata laddove sono, e non un semplice palloncino turistico che sorvola dall'alto e dopo poco scompare. Insomma, non riuscirei più a viaggiare senza il mio lavoro.
Ti lascio un sorriso. E ai prossimi pensieri nomadi 🙏
Da queste parti la vela è tenuta in grande considerazione. Sul molo di Arcachon sono riprodotte le impronte di chi ha attraversato il mare in solitaria. Lui è uno dei più grandi.
✨Il libro che viaggia con me
Porto sempre un libro con me, su carta, piccolo, perché non pesi troppo nello zaino, o in audio.
Questa settimana sto leggendo L’avversario di Emmanuel Carrère, ospite d’onore al Festivaletteratura di Mantova. E’ un autore che sa esplorare come pochi altri i meandri psichici di chi ha commesso delitti gravi, con grande delicatezza e senza mai scadere nello spettacolo.
Se vuoi tuffarti nelle sue parole clicca qui.
✨Viaggi dentro e fuori
I Pensieri Nomadi non sono diari di viaggio, ma raccontano i luoghi del mondo e anche quelli dell’anima come esperienze di vita. Te ne lascio un altro, che magari non hai letto, per conoscerci un po’ di più.
La France ...
Ho un piccolo bellissimo passato là 😍💔💔
Non trovo la possibilità e i mezzi per tornarci💔
Sarà bellissimo💓💓
Guarderò ogni tua foto e ogni tuo racconto con le lacrime agli occhi😇😍
Grazie infinite per esserne come sei🙏🏻🙏🏻🙏🏻 🙏🏻🙏🏻🙏🏻
Cristina cara, condivido completamente la tua scelta di voler migliorare la tua vita qui ed ora senza preoccuparti troppo per il futuro
Penso che, senza essere imprudenti o avventati, sia importante coltivare la fiducia che in ogni caso avremo il necessario per vivere se coltiviamo buone relazioni, una vita sana, semplice, attenta al bene comune e alla cura delle persone che ci vengono affidate Se questo accade. Come sempre, grazie Cristina per le tue preziose e meditate riflessioni ad alta voce!