Libera di essere. Un' intervista in cui racconto un po' di me
E nella nuova rubrica "Luoghi nascosti e meravigliosi" ti presento il monte Haguro, Honshu, Giappone
Felice di trovarti fra i Pensieri Nomadi 🌹
Oggi pubblico un'intervista con il bravissimo
e la presento usando le sue parole:«Puoi svegliarti un giorno e scegliere di vedere le cose in modo diverso. Puoi cambiare. Puoi reinventare completamente la tua vita. “Troppo tardi” è una fantasia interna, non una realtà esterna. Ogni volta che pensi che sia troppo tardi, probabilmente è ancora presto.»
La puoi guardare qui su YouTube 👇
Riccardo è giovane, ama scrivere e ama le storie. Pubblica
, una newsletter ricca di spunti per una buona vita e di interviste a persone che provano a fare scelte libere, seguendo se stesse. Lui è una di queste. Viaggia e lavora viaggiando, in questo momento è in Islanda.«Luoghi nascosti e meravigliosi»
E’ la nuova rubrica dei Pensieri Nomadi. In ogni puntata scelgo un luogo che si è depositato nel mio cuore per la sua particolarità e bellezza.
Inizio dal viaggio in Giappone appena concluso. Forse qualcuno lo conosce già perché ne ho parlato in Poesia del Giappone interno, ma desideravo che fosse il primo e lo ripropongo nella collezione delle meraviglie.
Monte Haguro, Honshu, Giappone
Nel nord-ovest di Honshu, l’isola centrale del Giappone, si trova Toge, un piccolo villaggio con una secolare tradizione di pellegrinaggi.
Tra i tanti alloggi per pellegrini e camminatori ho scoperto la bella locanda di Tamonkan che da 11 generazioni ospita devoti convenuti qui da tutto il paese per fare un percorso di preghiera e trasformazione.
La locanda di Tamonkan è un ryokan tradizionale a conduzione familiare. Pernottare qui oppure in uno shukubo, un alloggio monastico presso un tempio buddhista, è già un’esperienza che fa stare bene, mette pace e predispone al cammino: gli ambienti spogli ed eleganti, le stanze ampie con i futon sui tatami di bambù, una onsen, un bagno sempre caldo disponibile per gli ospiti, i deliziosi pasti kaiseki, serviti con una grazia senza pari.
Il villaggio è lontano dai centri maggiori. Viaggiando con i mezzi pubblici, ci sono arrivata a tappe e autostop: dalla cittadina di Yamagata sono partita la mattina presto in bus per Tsuruoka, poi un passaggio in auto dalla stazione dei bus fino alla stazione Jr per prendere un secondo bus e arrivare alla fermata di Haguro-Aramachi.
Toge si trova infatti ai piedi del monte Haguro, il primo nell’ordine delle tre montagne sacre di Dewa Sanzan, che nella tradizione spirituale giapponese rappresentano le tre fasi dell’esistenza: Haguro-san, simboleggia la vita, il presente; Gas-san, la morte, il passato; Yudono-san, il futuro, la rinascita.
Haguro-san è accessibile in tutte le stagioni: poco più di 400 metri e 2446 scalini in pietra per raggiungere il santuario sulla sommità. Non è ripido, si può fare. Si sale lentamente, catturati dalla bellezza di una secolare foresta di cedri altissimi e profumati, e ogni passo è un invito alla meditazione.
Il percorso si apre con una pagoda a 5 tetti - uno per ogni elemento della vita: la terra, l’acqua, il fuoco, l’aria, il vuoto, che è il primo e l’ultimo. E poi un susseguirsi di piccoli templi-santuari e di santuari naturali: ogni pietra, ogni albero contiene un kami, uno spirito divino a cui rendere omaggio.
Ci sono semplici camminatori, come me - quasi tutti giapponesi, i turisti stranieri sono rarissimi -, e gruppi di pellegrini vestiti di bianco, adornati come i monaci della montagna, chiamati yamabushi. Sono i seguaci di un antico culto ascetico, lo shugendō, che ha il suo centro qui, ispirato a tutte e tre le tradizioni del buddhismo, dello shintoismo e del taoismo. Ne sono rimasti ormai pochi, ma i pellegrinaggi non si sono mai fermati.
Il santuario in cima al monte è un luogo di devozione molto frequentato: se si è fortunati, si può assistere a cerimonie shintoiste di grande suggestione e impatto che il sacerdote e le danzatrici sacre preparano per chi arriva quassù.
Sull’Haguro-san si cammina nella vita, nel pieno presente. Chi se la sente, può proseguire sul più impervio monte del passato e della morte, il Gas-san, e raggiungere un secondo santuario, posto questa volta a quasi 2000 metri di altezza. Per le mie capacità, ne ho potuto avere soltanto un assaggio, limitandomi a un giro ai suoi piedi. Ma chi è salito dice che è magnifico, e si può dormire in alto.
E infine, chi è davvero preparato può concludere scalando lo Yudono-san, la montagna della rinascita, la più lontana e difficile, e chiudere un cerchio. Io ho preferito lasciarlo aperto.
Un abbraccio Cris :) è stato un piacere confrontarmi con te!