Piccola poesia del transitare
Io sto bene nel passaggio. Casa viaggio. Parole per un sentimento molto intimo.
Transitare.
Prendo in prestito questa parola da una drammatica attualità: transitanti sono chiamati i migranti di passaggio, diretti ad altre mete. Me ne approprio indebitamente, ne stravolgo il significato ma trattengo l’empatia che mi provoca.
Mi definisco transitante.
Arrivare, stare, andare. Questi tre movimenti ripetuti formano il circuito della (mia) esistenza. Se ne manca uno non funziona, devo correre ai ripari. L’importante è saperlo, sapere cioè in sé stessi qual è la ruota della propria energia. Ci sono arrivata con l’esperienza e con una specie di ricerca intuitiva, lunga, e dal risultato sempre provvisorio. E’ bene sapere anche questo.
Il transito non è solo movimento, ma pensiero, visione.
Perché il transito non sia schiuma evanescente, ci vuole una qualità molto speciale: la capacità di stare fino in fondo dove si è, in questo luogo, in questo tempo, in queste relazioni. Calarsi, adattarsi, immergersi. Difficilissimo per la mente scimmia che salta fra i rami. Gli inquieti mi capiranno.
Transitare, non fuggire.
Dissipare il presente, cedere al fascino dell’altrove: che tentazione! Non si resiste. Devo fare appello alla virtù: vivere il momento è un valore, sprecarlo un delitto. Ma non basta. Sono qui e un pezzo di me è già avanti, vuole andare, cambiare, accelerare.
Spirito transitante è l’umano.
La fissità mi mette angoscia; è la possibilità che mi libera. La porta sempre aperta, lo zaino sempre pronto. Il presente può essere istantaneo o infinito, io sto bene nel passaggio. Casa viaggio. C’è un prezzo da pagare, ma tant’è. E’ l’unica condizione in cui posso esserci: intera, farfalla colorata e leggera.
Transitare è saper lasciare.
Esaurire le possibilità del presente: ecco come deve essere. Ci vuole pazienza e me lo dice il corpo. Prima le gambe e poi la mente. Allora mi fido, e naturalmente vado.
La patria mi stava stretta, sentivo oltre le sue rive
altre patrie dagli occhi ridenti, altre anime carnose,
tristezze e gioie di ogni sorta, fratelli e sorelle,
che sedute sulle rive aspettavano il mio ritorno.
Anima, la tua patria è sempre stata il viaggio.
Nikos Kazantzakis, Odissea.
Laos, farfalle.
Le tue parole transitano leggere e profonde toccando l'anima. Transitare emozioni, stati d'animo per non rimanere agganciati agli automatismi del carattere ❤️
Cris, mi piacerebbe che tu parlassi delle tue osservazioni "italiane nostrane" con la stessa intensità e curiosità di come lo fai nelle tue transazioni esotiche.. continua a "farci vedere" ti prego, non farci attendere il prossimo OLTREOCEANO. Un abbraccio grande Irene ❤️