Repubblica Nomade
<Perché ha eletto lo spostamento, l'avventura, la traslocazione e il cammino a piedi a suo linguaggio e suo messaggio irradiante.>
Ciao, ti scrivo da Ravenna, da dove oggi è partito il Cammino dell’acqua: 200 km in 15 giorni fino a Campi Bisenzio per riattraversare le zone alluvionate di Emilia-Romagna e Toscana. Non soltanto per ricordare, ma per denunciare la devastazione e proporre una visione diversa della cura del suolo. Della cura del mondo.
La Repubblica Nomade è nata per questo: parlare coi corpi, unire coi passi luoghi simbolici, portatori di significato per la nostra storia e per quella della natura. Una comunità in movimento, aperta a tutti, che da quindici anni cammina per mandare messaggi di civiltà.
Cammini civili, dove non si cammina soltanto per sé stessi, ma insieme agli altri come atto politico-poetico: così lo descrive il suo fondatore, lo scrittore Antonio Moresco.
Benvenuta e benvenuto tra i Pensieri Nomadi 💐
In questo spazio settimanale condivido la mia esperienza: il cambiamento di vita, il viaggio come apertura e incontro, il nomadismo esistenziale e digitale. Se non lo hai ancora fatto, puoi iscriverti adesso. Grazie e buona lettura, Cristina.
Il cammino finalmente libero dal trekking torna ad essere gesto naturale e gesto dirompente. Un potente strumento di rottura rispetto all’ordinario: all’ordinaria follia e velocità, contrappone la lentezza dell’incontro e la profondità di una nuova direzione. Di azione e di pensiero.
Tappa dopo tappa, consegna il messaggio alla gente, agli amministratori, alle associazioni, a chi si impegna, lavora e resiste sui territori feriti. E ascolta. Ciascuno è lì, comunica e riceve con tutto sé stesso.
Io non cammino mai in gruppo, ma questo sì, è diverso. Tutte le volte che posso, mi faccio anch’io staffetta. Si cammina un giorno, una settimana o tutto il tempo, quel che si riesce.
È una res publica, come si diceva nell’antica Roma, “cosa di tutti”. E ognuno fa la sua parte, grande o piccola.
Niente di commerciale, nessuna quota, solo spese vive; nessuna guida ma solo amici che guidano, nessun turismo, si dorme coi propri materassini nelle palestre, in spazi concessi dai comuni. Per il resto si va, si osserva, si testimonia con il proprio passaggio, si legge, si sventola la bandiera della saggia repubblica, ci si sostiene nella fatica, si condivide e ci si prepara per gli incontri degli arrivi.
Palermo-Gela, 2014.
Un cammino all’anno, dal 2011 a oggi. Il primo da Milano a Scampia per ricucire l’Italia nel centenario della sua nascita; l’anno dopo, da Roma all’Aquila terremotata. Nel 2021 da Sant’Anna di Stazzema a Genova, luoghi del dolore; nel 2023 dal Vesuvio all’Etna, per gridare che siamo sull’orlo di un vulcano. Nel 2024 in un’area esemplare brutalmente sfruttata per chiedere che ci si fermi.
Basta, la terra non regge più e l’acqua esplode.
Se vuoi associarti alla Repubblica Nomade ti lascio i contatti.
Tra le cose belle, bellissimi sono gli appuntamenti che ci aspettano sul territorio.
Me ne sono gustati due: la presentazione del libro L’intelligenza del suolo di Paolo Pileri, professore-camminatore, e la cena preparata dagli Ortisti di strada tra le case popolari di Ravenna.
Me ne perderò altri due: l’incontro con gli allievi della scuola di Don Milani a San Donato di Calenzano e quello con il Collettivo dell’ex Gkn di Campi Bisenzio, al punto di arrivo. Avrei proprio voluto conoscerli quegli operai che invece di rassegnarsi alla fabbrica chiusa hanno avviato un progetto di autogestione e riconversione ecologica della produzione. Così si fa.
Abbiamo bisogno di questa forza, come singoli, come comunità, come specie, come terrestri. Dell’intelligenza di saper vedere oltre il dramma e reagire a vantaggio di tutti, umani e non umani.
«Fanno idealmente parte di questa potenziale Repubblica Nomade i migranti, coloro che sono disperati e che cercano un loro cammino nello spazio buio della vita, quelli che attraversano il mondo con gli occhi spalancati o con gli occhi chiusi, i sognatori, i traslocatori, quelli cui stanno stretti la vita che abbiamo di fronte e i suoi artificiali confini, quelli che non ne possono più di essere perennemente indignati e incazzati oppure disincantati, quelli che non si sono fatti distruggere dal contagio dell’odio e del cinismo dominanti, quelli che sognano una diversa società ma anche gli antisociali, gli irregolari, gli umiliati e offesi, i terremotati e i terremotanti, i fragili, gli indistruttibili, gli illusi, gli incantati, gli inappagati…». Antonio Moresco
Ti stavo leggendo con un po' più di calma, davanti ad una tazza di caffè, e mi chiedevo: Chissà dov'è, in questo momento, Cristina? Ieri ne parlavamo con Milli. Ravenna...? No, Brisighella... Probabilmente, adesso, è nell'affascinante borgo di Brisighella... O, al massimo, a Palazzuolo sul Senio! Dovunque tu sia, buon cammino, portatrice di messaggi e grandi valori.l
Bellissima iniziativa. Anni fa partecipai alla prima tappa di un cammino simile in Svizzera. Un'esperienza davvero interessante.