Un occidentale in Indonesia
Lusso low cost, nomadi digitali ovunque e altre cose straordinarie. Note da Ubud, dove si vede bene il mondo.
Stamattina scrivo da qui, il terrazzino del nuovo homestay di Ubud, nel centro di Bali, dove sono per qualche giorno. Terrazzino e stanza con bagno privato si trovano al secondo piano, affacciati su un bellissimo giardino tropicale, di un complesso di case dove vivono altri ospiti e famiglie.
Sembra una dimora di lusso, vero? Paghiamo 25 euro in due per tre giorni. Con il caffè della colazione.
Lusso low cost
Non stiamo facendo un viaggio lussuoso, eppure ci troviamo nell’agio anche senza cercarlo. Rispetto ai nostri, i prezzi sono stracciati qui in Indonesia, persino a Bali, una delle capitali mondiali del turismo. E ci possiamo permettere cose che normalmente non facciamo: prendere ogni volta il taxi, andare al ristorante tutti i giorni, regalarsi trattamenti di ogni tipo e massaggi rilassanti senza pensarci due volte, scegliere resort con la spa. L’ordine è di 5, 10, 15 euro. Già 20 pare tanto, noi alla fine stiamo sempre sotto.
Erano anni che mancavo dall’Asia, ma è ancora così. Nonostante lo sviluppo rapidissimo e la crescita della qualità della vita, il divario con l’Occidente rimane abissale. D’altronde al bancomat si prelevano 1.600. 000 rupie alla volta, ossia 100 euro. Il portafoglio scoppia di valuta che non vale niente.
Sentirsi ricchi in un paese povero mette un certo disagio, almeno a me. Però le cose qui, in particolare a Bali, sono più sfumate. Certamente, le persone in generale hanno un tenore di vita medio-basso, lavorano molto con stipendi minimi, ma la povertà estrema non si vede. Mentre il turismo di massa dall’Occidente, ma adesso anche da Cina e Russia, porta loro quasi la metà di una ricchezza che si stanno sapientemente spartendo.
Da questa prospettiva si vedono bene gli squilibri del mondo. E forse anche i futuri equilibri: l’Indonesia è il quarto gigante demografico, con 277 milioni di abitanti: più di 120 milioni hanno meno di 30 anni. E’ un Paese di giovani, che hanno voglia di fare e dietro di sé grandi famiglie di sostegno che reggono l’intera società e l’economia. L’opulenta Europa intanto invecchia, alla lunga immaginiamo chi vincerà.
Ubud, il tempio dei nomadi digitali
Ubud è il centro turistico e culturale di Bali, da cui passano tutti. Da chi fa la vacanza superlusso ai ragazzi zaino in spalla che grazie ai costi contenuti possono venire fin qui a migliaia da Europa e Stati Uniti. Personalmente, io e il mio zaino, sebbene non più molto giovani, godiamo degli stessi vantaggi.
Ci vengono anche i nomadi digitali: Bali è tra le prime mete mondiali di questa crescente categoria di lavoratori e lavoratrici e Ubud è tra i primi dieci spazi di coworking del pianeta. Ce ne sono di bellissimi in mezzo alle risaie. Oggi ci vado anch'io.
I nomadi digitali qui costituiscono una vera e propria comunità. Basso costo della vita, buon clima, wifi ovunque, sicurezza (oggi tra i valori più apprezzati), vita notturna, spa, surf e yoga più che accessibili sono le grandi attrattive di questo posto, che fanno gola ai remote workers occidentali.
Fino a prima della pandemia i nomadi digitali erano un gruppetto sparuto, oggi sono stimati in 35 milioni. Una tendenza del lavoro è ormai quella di despazializzarsi. E si viene qui, col proprio pc in riva al mare bevendo qualcosa per 1 euro.
Bellissimi dintorni, case, giardini e spazi dove stare
E poi c' è il contesto. A Ubud, non c'è portone lungo la strada che non contenga un tempio, una casa che sembra un tempio, un tempio al centro di una casa. Con giardini tropicali tenuti con grande cura e animati da uccelli che cantano nelle gabbie appese agli alberi. Idilliaco.
E non c'è portone, bar, ristorante, negozio, hotel, semplice banchetto che non abbia le sue statue di dei decorate di fiori freschi tutti i giorni, profumate di incenso. Ogni mattina la famiglia che ci ospita compie i riti nel tempio che vedo dalla mia finestra.
Qui vi lascio un po' di immagini di questi magnifici interni.
In parte l’isola si è plasmata per accogliere i turisti, che trovano esattamente quello che cercano: un relax asiatico di qualità che fa sparire anche il traffico impietoso che affolla le vie tutto intorno.
Ma in parte no. La sua cultura millenaria resiste. Ed è chiaramente questa la base straordinaria che dà linfa alla giostra che si muove sopra.
Interessante questo reportage! Non sono mai stata a Bali. Mi informerò quali sono i mesi migliori e programmerò una vacanza di un mese sperando di trovare una/un compagna/o disposte/i a fare la stessa cosa