Vigilia. Destinazione Serangan

Sono pronta. Felice, curiosa, un po' di ansia. Energia e stanchezza insieme, le ultime cose, lo zaino da fare. Non lascio niente, tutto viene con me.

Serangan, piccolissima isola a sud-est di Bali. Ci vogliono circa 16 ore di volo, più la sosta, insomma quasi un giorno.

Eccoci, domani si parte.

È stata una permanenza lunga in Italia, di affetti bellissimi e luoghi del cuore. Ci vuole, per ancorarsi, rinsaldare le radici, non perdere il contesto.

È una mia ossessione: non perdere il contesto. Altrimenti ci si sradica, il rischio c’è, e un po' in effetti è già così. La vita che ho scelto, che abbiamo scelto con il mio compagno, ci sradica. Allora, è ancora più importante coltivare i legami, tenere il filo.

I nomadi a tempo pieno raccontano spesso la propria solitudine, il senso di estraneità. La sfida è farci stare tutto, non perdere i pezzi. Essere sicuri di ciò che c'è qui per ritrovarlo al ritorno.

Sono pronta. A rituffarmi nell'altrove, mia grande passione, attrazione fatale.

La diversità di quello che incontrerò mi allarga già la mente. Mille esistenze, mille modi, mille luoghi diversi fanno lo straordinario del mondo. Ciò che non voglio perdere.

Indonesia. Un pianeta immenso di 280 milioni di isolani, musulmani. Continua a sembrarmi uno strano connubio. Contraddizioni dell' Asia.

È tanto tempo che non viaggio in Asia, l' ultima India risale a più di 10 anni fa. Mi attrae, per le tradizioni e l’ipermodernità. Ne vivrò un pezzetto e ve lo racconterò.

Come sempre parto senza aspettative e con poche informazioni essenziali, nulla di preparato, passo dopo passo. Avremo una casa per qualche settimana nella piccola isola di Serangan, poi si vedrà.

Bisognerà conciliare viaggio e lavoro, è un po' faticoso ma sono abituata. D’altronde è così, non si può fare a meno di lavorare. Né di viaggiare.

Adesso vado a fare lo zaino, operazione delicata e complessa che richiede l’energia del mattino.

Ci sentiamo da laggiù.