Itinerante, con bus e treni lenti, in solitaria e dagli amici, verso sud. Così è stato uno dei viaggi più divertenti e appassionanti della mia vita.
Quello che ti racconto oggi non vuole essere un itinerario, bensì una modalità, uno spirito del viaggio. Che può applicarsi a luoghi lontani ma anche vicinissimi senza perdere di fascino.
Con l’esperienza vedo infatti che è il come che fa l’intensità, a volte più del dove. Si può andare in Uganda in un resort e non mettersi per niente in gioco, e si può andare all' avventura in Italia e scoprire un sacco di cose nuove dentro e fuori di sé.
Magari è uno di quei momenti che non sai cosa fare in estate. E allora ti inventi un viaggio: te lo inventi proprio, a tua misura, senza nessun tour o cammino prestabilito. E senza necessariamente una razionalità geografica. Semplicemente unendo puntini di tuo interesse, qualche posto che non hai mai visto, qualche persona che desideri andare a trovare.
Zaino, giusto con un paio di cambi, e via che si va.
Io sono partita dall' invito di un' amica di raggiungerla ad Ardore, un paesino della Calabria dal nome tanto evocativo da aver mobilitato un mese di viaggio in pieno agosto. Si, perché, invece che spararmi giù tutto d’un fiato da Milano, mettendoci il meno possibile - come si usa fare adesso, e come è stata la mia prima tentazione - ho deciso di farne una meta e raggiungerlo a tappe, usando solamente bus e treni lenti.
Ho viaggiato senza sapere bene quanto ci avrei impiegato, quale rotta avrei intrapreso, senza prenotare prima tutti gli alloggi, nonostante l’agosto. Solo una linea di massima, soprattutto per le persone che mi aspettavano.
Come quando vado all' estero, volevo lasciarmi la libertà di stare e di scegliere, di rallentare e di accelerare, assecondando le situazioni che avrei man mano incontrato.
Ne è uscito qualcosa che mi è rimasto nel cuore e che ha fatto scuola per i successivi viaggi, ben più lunghi e lontani. Quasi un viaggio di formazione.
Prima tappa: Assisi. Magnifico ma caldissimo. Alloggio dalle American Sisters, un convento con foresteria e cucina immerso in un giardino di ulivi. Prendo il fresco tutto il giorno sotto gli alberi o in biblioteca e esco verso sera, tra i vicoli e le chiese ancora aperte. Leggo, passeggio, scrivo. Sto talmente bene che non vorrei più andare via. Ma poi vince sempre il viaggio.
Proseguo per Gubbio prima di scendere verso il Salento - checché se ne dica, dal bel borgo umbro raggiungo Lecce con 4 minuti di anticipo. Una tappa amicale di mare, serate di pizzica e pesce fritto. E poi di nuovo in solitaria nella capitale del Barocco, in un b&b ricavato in una loggetta del Seicento… così è l' Italia, disseminata di straordinaria bellezza.
Il treno per Taranto parte alle 6.13 del mattino: la spettacolare quinta teatrale della città è deserta, solo il rumore dei miei passi per raggiungere la stazione dal centro. Mi metto in cammino quasi un' ora prima per godermi ogni angolo, ogni luce. Mi fanno paura i cani liberi, e allora mi concentro nel respiro senza fermarmi.
L' arrivo è davvero esotico: il treno passa letteralmente in mezzo all’acqua e tra gli allevamenti di cozze. Sorprendente città Taranto, tra le poche al mondo - o forse l' unica? - con due mari.
Mi aspetta il pezzo forte: la grande traversata del sud da est a ovest. Il mio Ic per Reggio ha 2 vagoni. Nessuno sa qual è la carrozza 1 e 2. Il controllore dice: accomodatevi dove più vi piace. Tutti mischiati quindi, tranne me, l'unica al suo posto 😅
Il giro dell'immenso golfo che congiunge tacco e punta è uno spettacolo. Il lungo tragitto è un tuffo in località mitiche, ti senti proprio in Magna Grecia. È una vera esperienza, geografica e umana.
Unica “forestiera” fra tutti local, sono accolta e coccolata come mai su un treno. “Dottoressa” mi chiamano, descrivendomi ogni miglio e le sue meraviglie storiche e culinarie come se provenissi da chissà dove. E in effetti da laggiù il nord è lontanissimo, in tutti i sensi. Non mi sono forse mai resa conto tanto concretamente di quante Italie ci sono in una.
Arrivo finalmente ad Ardore con un altro regionale piccolissimo.
Per chi viene da fuori, la Calabria è un mondo a parte. Interna, profonda, a tratti inquietante. I paesini sembrano tutti di un altro tempo, Bovalino, San Luca, Amendolea, Gallicianó, Pentidattilo …Ci muoviamo sempre in treno e a piedi fra gli orti, i cactus e le rovine fantasma dell' Aspromonte. Percorriamo strade antiche, e anche la lingua è antica, derivata dal greco.
Ad Antonimina - ma che nomi meravigliosi hanno questi posti! - capitiamo nel pieno della preparazione di un pranzo dell' intero paese, che danno ogni agosto per festeggiare i ritorni di chi è emigrato per lavoro. Decine di chili di tagliatelle sono a seccare sulle tavole in legno, mentre una capra cuoce nel sugo in un enorme mastello sul fuoco vivo.
Cerco sempre le tradizioni nei miei viaggi, ed eccomi immersa in un puro concentrato di autenticità. Amo l'Italia perché ne è piena. Amo gli amici che mi hanno portato qui 🙏
Ardore mi lascia molto ardore e, appassionata dell' avventura, decido di proseguire ancora più a sud. Non l' ho mai fatto e passo lo stretto di Messina in treno: lo smontaggio delle carrozze ha dell'incredibile! La mia curiosità aumenta a ogni passo.
Messina-Catania in bus e Catania-Lentini in treno. Un altro arrivo emozionante: non c' è niente di più romantico delle stazioni e dei saluti dal finestrino. Anche qui mi aspetta un' amica, un pranzo luculliano dalla zia in riva al mare, cannoli divini, l' Etna e il pistacchieto di Bronte, tutto rosa di fiori.
Pochi Stati al mondo sanno offrire questo mix perfetto di storia, cucina, mare, natura, umanità. Ricordiamolo sempre che siamo ricchi, molto ricchi, nonostante tutto.
Siccome è pieno agosto non trovo nessun treno per tornare su e questo inconveniente mi fa optare per la nave. Riesco a raggiungere Napoli saltando su un regionale pienissimo e mi imbarco per Genova. Anche questa è una prima volta e chiudo in bellezza dormendo sulla moquette del salone gremito al suono di un piano che mi fa compagnia.
Un viaggio in Italia con questo spirito fa sentire come di aver girato il mondo in piccolo. Un'esperienza completa, pur limitatamente ai nostri confini. Così quando andiamo nel resto del mondo desiderosi di imparare ci troviamo non a mani vuote, ma con qualcosa di nostro da insegnare 😍
Mi piacerebbe molto fare un viaggio in Italia, magari in tenda o in van. L'unica volta che ho deciso di esplorare l'Italia post covid, perché non c'erano molte altre alternative, l'esperienza è stata negativa (a parte Capri e qualche luogo in costiera dove sono andata a trovare la mia amica). Troppa gente e troppa confusione. È sempre lo stesso problema di cui parlavo nella mia ultima newsletter sui luoghi turistici che vuoi visitare ma l'esperienza potrebbe non essere positiva.