Esplorare in profondità piuttosto che in estensione
Da tre settimane sono a Lorient, una tranquilla cittadina della Bretagna sud, ospite della mia amica Daniela. Ci sono arrivata risalendo a tappe la costa atlantica, un bel giro che consiglio se non ci sei ancora stata. La stagione qui è già freddina ma ci sta regalando giornate di sole che ci permettono di passeggiare nelle foreste, tra gli allineamenti di menhir e sulle grandi spiagge scoperte dalle maree. Turisti non ce n’è già più a settembre e le bellezze naturali sono vuote, silenziose, magiche. Tutto a mezzora, un’ora da qui.
Se non hai un mezzo proprio, coi bus, traghetti e sentieri a piedi puoi raggiungere fiordi che sbucano sul mare, villaggetti nelle campagne, fiumi, isole, boschi e scogliere, fino alla ventosissima Pointe du Raz, dove i fari in mare aperto segnano l’estremo occidente.
Passerò a Lorient il mio compleanno, e spero che domani sia una bella giornata. Una luce azzurra sta entrando dalla finestra della mansarda, promette bene. Sono molti i doni che ho ricevuto da questo viaggio: l’ospitalità, la condivisione con la mia amica e il mio compagno, una casa accogliente, una certa tranquillità lavorativa, i mercatini e il cibo buonissimo, i cavalli sulla spiaggia. E un incontro speciale.
Ciao, benvenuta e benvenuto tra i Pensieri Nomadi 🌹
Se ancora non mi conosci, mi chiamo Cristina, vivo e lavoro viaggiando. I miei movimenti geografici ed esistenziali li racconto qui: www.pensierinomadi.it. Se ti fa piacere rimanere in contatto via mail puoi iscriverti alla newsletter. Scambiare esperienze, visioni e sentimenti è lo scopo di questo blog. Grazie e buona lettura 😊
Morgana. Il dono di uno specchio
Morgana, non la fata, o forse si. Un filo che arriva dal blog: ogni tanto mi chiedo perché lo scrivo, ed ecco qui la risposta in carne ed ossa. Una lettrice dei Pensieri Nomadi mi mette in contatto con lei: avrete tante cose da dirvi, mi dice. Abita qui vicino, la raggiungo al mare. E’ giovane, ha due bellissimi occhi azzurri, la riconosco subito dall’energia che emana venendomi incontro. Sono emozionata e curiosa.
Cominciamo a parlare, fortunatamente il mio francese è sufficiente per capirci. In questo periodo, che ha tutta l’aria di una svolta, mi sembra provvidenziale.
Morgane vive in un van attrezzato da lei, in inverno qualche volta si concede un appartamento per qualche mese. E’ una camminatrice solitaria di lunghissime percorrenze - l’ultimo l’ha portata da Mont-Saint-Michel a Monte Sant’Angelo in Puglia. Ma non è l’esibizione delle sue imprese che la interessa, né a me, del resto. Piuttosto, mi trasmette il senso del suo camminare.
Il viaggio come mezzo, non come fine. Come via per conoscere e realizzare se stessi, come strumento di crescita spirituale. Il viaggio come percorso di senso non da vivere in modo individualistico ma da condividere con gli altri, attraverso incontri virtuali e personali. Come il nostro, oggi, qui.
Lo dice benissimo ed è qualcosa che mi riguarda molto da vicino. Usa parole limpide e semplici, perché limpido e ispirato è il suo viaggio interiore. E’ questo che anzitutto determina i percorsi e le mete e spinge a trasmettere agli altri l’importanza di avere una direzione, di cercarla, di amarla. Di non accontentarsi del piccolo, della scorciatoia, ma di espandersi con coraggio nel grande del mondo e della propria anima.
A ognuno la sua via, la mia è questa. Non sta a noi giudicare le vie degli altri. Offrire generosamente il proprio viaggio, tutto qui. Ispirare e lasciarsi ispirare da esperienze che non sono la nostra.
La seguo incantata, con profonda empatia perché il suo racconto è aperto e privo di qualunque narcisismo. Un pericolo sempre in agguato in quest’epoca di social, da cui mi curo di stare alla larga.
Sono di fronte a lei e mi sorge piuttosto l’immagine dello specchio, che in francese ha il bellissimo suono di miroir. Le persone-specchio sono preziosissime perché la loro esperienza non si limita a sé stesse, ti raggiunge e ti coinvolge. Non per emulare o forzare una scelta, ma per mostrare cose nuove, o farci riconoscere quel che ancora è nella nebbia.
Nello specchio che mi offre si chiarisce la mia immagine, vedo quello che c’è e quello che non c’è. Il suo racconto mi fa vedere più lontano.
Viaggiare dentro, ascoltare i cambiamenti, seguirli
Il numero 59 mi richiama a un passaggio di epoca. Nove anni fa ho lasciato la mia vita sedentaria e in questi anni sono diventata progressivamente nomade. Nove anni fa ho pensato semplicemente: libera, così vorrò trascorrere la mia prossima esistenza. Ho viaggiato tanto e mi sento di avere aderito a me stessa, pienamente.
Sono diventata più essenziale, più selvatica, più solitaria, più indipendente e insieme più legata al mondo e agli altri. Più delicata, più sensibile e insieme più forte e più distaccata. Ho raggiunto un equilibrio non scontato, per me che non parto equilibrata: me lo sono guadagnata passo dopo passo, col sudore della fronte, e dell’inconscio :-)
Nuovi cambiamenti oggi si predispongono dentro di me, li avverto in sottofondo ma non so ancora dar loro un volto. In retrospettiva, lo stesso è accaduto allora. Quando mi sono dimessa, non ipotizzavo certo di diventare nomade, di non avere più una casa, di vivere in viaggio. Le cose, in un certo senso, si preparavano a mia insaputa e ancora oggi c’è una parte di me che sa quel che ancora io non so.
Le voci vanno su e giù. Continuo o mi fermo? Invecchiando, è bene ricostruire un contesto o il movimento ci rende giovani? Viaggio con un progetto o viaggio senza programmare niente? Vivo senza casa o riprendo una casa? E dove? Preferisco stare da sola o con gli altri? Le spalle reggeranno lo zaino, i piedi continueranno a portarmi in capo al mondo? Mi occupo troppo di me stessa e mi devo occupare di più degli altri, della società? Farò per altri mille anni questo lavoro sui libri o cambio tutto?
Non posso che ascoltarmi con pazienza, avendo fiducia che la matassa si dipani. Ma non si dipana coi pensieri razionali e le decisioni veloci, bensì con la mente calma e il benessere del corpo. Pertanto, mi raccolgo ogni tanto in meditazione, mi curo, mi tengo flessibile, possibilmente magra e con la schiena sana, e accetto l’inquietudine. Mi lascio trasportare dalle onde e contagiare dagli incontri, dagli affetti.
I momenti di passaggio in cui non sappiamo bene dove andare o dove stare possono essere strettoie di sofferenza o ampi prati dove scorazzare per un pò senza meta. Vediamo se ne sono capace. Intanto cammino.
Se vuoi seguire Morgana, la trovi qui.
Ti lascio un sorriso. E grazie di leggere i Pensieri Nomadi 🙏
Cristina
Questa volta sono anche io in viaggio mentre ti scrivo. Un viaggio breve per Torino. Sto portando tre miei acquarelli in galleria per una mostra che si terrà a fine ottobre a Parigi.
Spesso come te mi domando il senso del mio dipingere da sempre. Questo tarlo dello scopo, del riuscire a trovare con-senso affinché ci sia senso. Ma non è così e quando come è successo a te riesco ad assaporare che senso e scopo del mio dipingere è lo stesso senso che ha il respiro, mi ritrovo nel vasto e infinito oceano della vita. Non sarei qui oggi così senza i miei acquarelli timidi appunti di un viaggio che da fuori mi ha portato dentro. Ciò che è incredibile è che gli acquarelli sono visioni di luoghi che anticipano il cammino fisico, sempre un po' più avanti del me manifesto. Poco importa a questo punto se non sono visto da molti. Resto grata e stupita di questa unità tra acqua pigmento carta mano cuore.
Grazie Cri.
Augurissimi, Cristina! Buon viaggio! Alla ricerca di una luce... in mezzo ad una costa, frastagliatissima: costellata da capi, punte, fari, spesso battuti da venti impetuosi...