Prima che storia, siamo geografia
Camminando nei luoghi della mia infanzia, capisco che siamo geografia, ben prima che storia. La nostra vita si plasma in certi spazi prima di diventare esperienza, vissuto, memoria.
Camogli-Punta Chiappa è una famosa camminata, che parte dal suggestivo borgo peschereccio e arriva al roccioso promontorio. Tra boschi, chiesette antiche, mare blu. È facile, ma le scale sono milioni.
L’ho fatta varie volte nella vita, l’ultima però almeno dieci anni fa. La ritrovo incantevole ma piena piena di turisti di tutte le lingue. Europei, russi, giapponesi. Il mondo, si vede anche da qui, è molto cambiato nel frattempo, è diventato più globale.
Vengono per questa bellezza, e come dargli torto.
Camogli-Punta Chiappa è uno dei nodi della mia personale geografia, dove ogni tanto devo ritornare. Fa parte dell’ infanzia. Le estati le passavo in questo versante della Liguria, a Recco, ci stavo mesi con la nonna e gli zii, con cui sono cresciuta. Prendere il battello per venire qui era una festa.
Ho un rapporto strano con il mio passato, ci penso poco, ho rimosso molto. Mi accorgo qui che è piuttosto la geografia che mi riporta alla storia. Le atmosfere, i paesaggi, gli odori mi attivano i ricordi. Volti, parole, gesti depositati a strati come rocce sedimentarie.
Prima che storia, siamo geografia. La nostra vita si plasma in certi spazi prima di diventare esperienza, vissuto, memoria.
E d’altra parte, forse viaggiamo per scoprire la nostra propria geografia. Lo spazio interiore, intrappolato nell'orizzonte abituale, viene allo scoperto in altre geografie, a contatto con un altro cielo, con un altro mare.
I fichi sulle rocce mi ricordano il grande Sud mediterraneo. È il lontano che ci porta vicino, l'ho sperimentato più volte. Una diversa prospettiva che ci fa vedere le cose che non si vedono.
Sto camminando sola su questo sentiero, eppure sto facendo un piccolo viaggio di famiglia. Nei miei passi lenti ci sono tutti, vivi e morti. La grande famiglia di mia madre; dell’altra no, non c'è nessuno.
Noi siamo ciò che c’è e ciò che non c'è. E quando si viene a patti con questo sentimento, e si perdona ciò che non c'è stato, stiamo bene.
Nella chiesetta di San Nicola, protettore dei marinai, chiedo protezione per il mio amato, ma anche purificazione del cuore per me. Non è tutta bella la nostra geografia, ci sono burroni, fiumi in piena, vulcani esplosivi.
Pace, la vita non è fatta di pianure. Né la vorrei.
Molto bello Flavio; hai ragione, non si taglia in due, la storia di qua, la geografia di là, eppure in qualche modo gli spazi, l' aria, il paesaggio e i suoi profumi ci plasmano ancora prima che giunga la consapevolezza. Se la storia è consapevolezza, vissuto, elaborazione, evoluzione in un certo senso viene dopo.
Ma abbiamo trovato un'altra cosa in comune, la focaccia e Punta Chiappa :-)
Le tue parole rimandano alla frase che ho tatuata sull'avambraccio sinistro: "I nomadi non hanno storia, solo geografia" - che alla fine, siamo tutti un po' nomadi. Grazie come sempre delle tue parole. Buona strada!