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apr 8Messo Mi piace da Cristina Rolfini

Cara Cristina, di questo tuo viaggio, durato mesi, hai sollevato tali importanti aspetti, così veri, così puntuali e toccanti, che si fa davvero fatica a restare indifferenti davanti a tutto questo. Sono esperienze di viaggio, così forti, che ti segnano, ti forgiano. E ti portano, in modo inevitabile, a fare considerazioni, riflessioni, sui propri diritti, sui propri doveri, sulla globalizzazione, sul nostro vivere... Mettendoci, noi per primi, in totale discussione! Spesso, come in questo caso, ci portano a fare dei ragionamenti e delle considerazioni di una tale portata - che investono aspetti così grandi e imprescindibili del nostro vivere - dove, a stento, riusciamo a darci delle risposte, che ci diano pure pace... Ci sono frasi del tuo racconto che mi hanno profondamente toccato:

"In Malesia è drammatico. Ci sono cittadini di serie A, di nazionalità malese, islamici, e cittadini di serie B, cinesi, indiani, che formano metà della popolazione ma non godono degli stessi diritti. Non accedono alle carriere e alle scuole più prestigiose, non possono acquistare case dai malay, non hanno voce nella politica". Tutto questo per me è assurdo, aberrante. Riportandomi subito alla mente una vicenda di metà anni '70, che abbiamo vissuto in famiglia... Siamo a Bangkok - Thailandia! Allora mi trovavo a pranzo, in veranda, a Firenze, nella casa di famiglia, io poco più che bambino... Mio zio materno era appena rientrato da un viaggio in Thailandia. Era andato a trovare a Bangkok un amico dell'infanzia, di cui negli ultimi anni aveva perso quasi ogni contatto. Egli, una volta là, non aveva fatto più ritorno, sposandosi con una donna appartenete alla più alta nobiltà locale. L'ospite, si sa, è sacro (e lì più che mai) e così l'amico, per mettere a completo agio lo zio - seguendo anche le abitudini locali, ormai sue - aveva dato lui uno dei più begli appartamenti del proprio palazzo. La meraviglia, lo stupore dello zio aveva ancora da venire... Fuori, alla sua porta, rannicchiata in un angolo, l'amico gli aveva messo, a sua mercé - a sua propria disposizione (e questo non è un eufemismo) - una bambinetta, per servirlo in tutto: proprio in tutto!! Lo zio, con tatto ed educazione, la fece allontanare subito; ricordando, a quello che un tempo era un amico, che in Europa c'erano altre sane, differenti abitudini. I bimbi venivano trattati diversamente... Lo zio rimase colpito, sconvolto da tutto questo. Dal suo racconto traspariva il suo vero disappunto ed imbarazzo, per tutto ciò... Da grande, ho avuto poi modo di riaffrontare e parlare con lui di questa triste vicenda. So che, da quel giorno, non rivide mai più il suo amico... La bimba aveva più o meno la mia età! Da quell'episodio capii, allora, che al mondo c'erano bambini di serie A, e bambini di serie B, e che non tutti avevano gli stessi diritti, o doveri! E che - vivendo in Europa - potevo ritenermi davvero fortunato: molto fortunato!!!

Restando in tema "Thailandia", in questi giorni mi è capitata tra le mani una cartolina di una mia cara amica ossolana. Erano gli anni in cui si mandavano ancora le cartoline... Questa, datata "Laem-pse, 22 gennaio 2001", ritrae uno dei più bei paesaggi della Thailandia, divenuto poi slogan di molti viaggi turistici: "Kon Pee Pee": un paesaggio fantastico: uno scorcio a volo d'uccello, con isole e montagne verdissime, dagli strapiombi vertiginosi, che si tuffano in un mare blu, mozzafiato!! Una volta girata la cartolina, trovo scritto: "Un naturalista come te si scandalizzerebbe a vedere come si è iper sviluppato questo posto bellissimo e spiace anche a me...". Da tenere conto che questa era la situazione di più di vent'anni fa... Oggi è decisamente peggiorata!

Cristina, in questa tua precisa testimonianza scrivi:

"Noi tuteliamo l'ambiente, loro lo sviluppo. È chiarissimo che anche l'ambiente e la sua protezione sono lussi che per ora i Paesi cosiddetti "in via di sviluppo" non si possono - o si vogliono - permettere [...]. Le isole indonesiane sono letteralmente sommerse dalla plastica, terra e mare [...], i rifiuti sono ovunque a montagne, o sparsi a bruciare nei roghi. Io ho l'ambizione, o ossessione, di non usare nessuna plastica usa e getta [...]: la tutela ambientale c'è dove c'è sviluppo. Altrimenti c'è spazio soltanto per uno sfruttamento di ogni risorsa e per un turismo intensivo e invasivo".

Sono rientrato da poco dall'Egitto. La situazione là è drammaticamente la stessa! Al Cairo, con i suoi ventisei milioni di abitanti, l'aria si fa davvero irrespirabile. Ti salvi solo stando negli spazi chiusi. Lo smog si fa pesantemente sentire, ovunque! La pelle del volto, del collo e delle orecchie cominciano a pruderti, a bruciare: al pari degli occhi che, man mano, si fanno sempre più rossi... Dopo qualche giorno cominci ad avvertire in bocca anche una strana sensazione "acida": che, con il passare dei giorni, cominci a capire e realizzare cos'è! Lo smog, le esalazioni di una miriade di motori e di tubi di scappamento che, giorno e notte, sfrecciano incessantemente ovunque. Tutto ciò ti fa davvero capire cos'è l'inquinamento: e il tanto famigerato PM10, di cui in terra natia abbiamo tanto sentito parlare... Qua tutto è a livelli 'bestiali'. Le auto che vedi circolare sono (quasi) tutte tedesche: di vecchio stampo! Da noi, in Europa, non possono ormai da tempo più circolare...! A meno che tu non decida di immatricolarle come 'vetture storiche'! Un fenomeno, per tanti aspetti simile, anche alla 'moderna' Cuba... (E chissà a quanti altri paesi del Terzo Mondo). Ma là, a Cuba, in confronto le auto sono davvero poche; e le discariche fumanti tenute nascoste ai più: in appartate vallette, dove è assai difficile, per un turista 'normale', arrivare! Restano, comunque, un grande, dolente problema di questa grande isola, e per noi tutti! Al Cairo, invece, le auto, a ricordo della loro vecchia origine, continuano a mantenere ancora le vecchie, originali, targhe tedesche: con sopra, punzonate, le piccole targhe egiziane! Sembra che in Albania vadano invece a finire tutte le vetture italiche, da noi non più circolanti! Presto lo scoprirò...! È una vera incongruenza; un'ipocrisia dei tempi moderni, e di chi ci governa. Da noi, a Firenze e non solo, è così: ci obbligano a cambiare l'auto ogni dieci anni: pena il divieto di circolazione, con pesanti sanzioni, a cui non possiamo esimerci dal pagare! Ma come possiamo pensare di risolvere il problema dell'INQUINAMENTO - un problema di caratura mondiale - così, in questo modo...?? So bene che non è affatto semplice. Ma così non si può andare avanti... Forse dovrebbero essere i Paesi più industrializzati - ovviamente, se sta a Loro particolarmente a cuore il PROBLEMA (intendo dire quello mondiale e della nostra salute): visto che lo vanno, a ogni piè sospinto, sbandierando - a farsene oggi carico!!! E a venire quindi in soccorso - in modo fattivo - dei Paesi maggiormente sottosviluppati, che hanno solo, e soltanto, l'interesse di arricchirsi, al massimo profitto. 'Fregandosene' dell'ambiente e dell'inquinamento: come può essere comprensibile, ma non giustificabile!!

Al largo degli Oceani si sono ormai formate sei enormi isole di plastica - a cui se ne sta aggiungendo una settimana - di vera "brodaglia galleggiante": di cui si cibano ormai anche i pesci: inserendosi nella nostra catena alimentare, con enormi, gravi problemi della nostra salute...!

Al Cairo, passando da un quartiere all'altro, lungo le grandi arterie di scorrimento, in mezzo a grandi caseggiati, incontri vere e proprie montagne di spazzatura; talvolta occupano anche interi isolati, dove vedi gente che vi va a razzolare, in mezzo a pennacchi, fumanti... Tutto questo, davanti a balconi e finestre, dove sono tesi panni e biancheria per la casa... Fuori dalla Capitale, lungo il Nilo, sono stati aperti negli anni dei canali, per poter portare l'acqua un po' ovunque. Davanti a loro sono sorte delle case, dei palazzi, più o meno fatiscenti. I canali sono degli immondezzai, delle vere cloache, in cui viene riversato di tutto. E qua e là, lungo le strade di scorrimento, falò, con fumi densi, neri, dove brucia di tutto! E noi che in Europa si diversifica tutto; io in Maremma anche... Tu che stai attenta all'uso della plastica... Io alle severe normative sull' "abbruciameto": consentito in Toscana e in Maremma (nei periodi ovviamente consoni); ma non in Val d'Ossola, in Piemonte, dove ho terreni da pulire... Cercando di smaltire il tutto in compostiere!!

Ma tutto questo ha un senso??? Ha una ragion d'essere???

Hai sollevato importanti problemi; potremmo continuare ancora per ore...

Un abbraccio, a presto!

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Grazie sempre delle tue preziose riflessioni, presto potremo parlarne davanti a un buon bicchiere di rosso 😊

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apr 6Messo Mi piace da Cristina Rolfini

Mi sembra un’analisi molto interessante, grazie!

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apr 12Messo Mi piace da Cristina Rolfini

Complimenti per l'analisi lucida e il coraggio di dire certe cose che in Europa molti ignorano e i pochi che ci governano fanno finta di non sapere. Concordo che il fattore demografico giochi contro l'Europa e lo sviluppo di un Nuovo ordine globale stia virando il baricentro verso l'Est e il Sud del mondo. Il vero problema per noi europei (e peggio ancora, italiani) sarà quando anche i popoli oggi poveri (compresi gli africani, che sono in pieno sviluppo economico, tecnologico e sociale) avranno potere d'acquisto pari al nostro e la loro dieta si sarà arricchita insieme allo stile di vita. Un'Europa con scarse risorse, vecchia e debole che destino può avere nel mondo del futuro?

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Grazie Andrea, piacere di conoscerti. Mi fa molto piacere il tuo commento. Mi incentiva nel continuare a scrivere i Pensieri Nomadi 🙏

Un saluto e alla prossima.

Cristina

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apr 8Messo Mi piace da Cristina Rolfini

Grazie Cri per questa condivisione di consapevolezza importante. Importante allargare lo sguardo: pensiamo di essere immersi in un mondo globalizzato e superconnesso e di sapere quasi tutto, ma quel che vediamo e viviamo non è altro che un piccolo spicchietto. E il centro (o i centri) sono altrove

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