Marocco in solitaria. Prime impressioni ed esperienze
Sono qui da una settimana, e comincio lentamente a entrare
Dromedari sulla spiaggia di Essaouira, costa atlantica.
Felice di ritrovarti fra i Pensieri Nomadi 😊
E benvenuti agli iscritti che si sono aggiunti in questi giorni, è sempre una bellissima emozione accogliere persone nuove fra queste righe, grazie di cuore ❤
Ho lasciato la Spagna e sono in Marocco da una settimana. Sono partita al buio, per la verità, senza sapere granché di quel che avrei trovato, giusto qualche coordinata (è la formula che mi piace di più, studio man mano), e senza pianificare nulla, se non le prime notti a Marrakech. Non avevo messo in conto di venire quaggiù, mi ha chiamato l’Andalusia: dopo essere stata immersa per un mese nella cultura arabo-spagnola, mi è venuta la curiosità di andare all’origine.
E, in effetti, scesa dal bus e raggiungendo a piedi la medina (il centro storico), riconosco subito, da lontano, la forma del minareto dell’antica moschea replicata nella torre campanaria della cattedrale di Siviglia, costruita sul precedente tempio islamico: mi piace sempre moltissimo vedere come la storia si innesta nella geografia e la geografia nella storia.
Cominciando a mettere mano ai costi, mi rendo conto che qui si rischia di spendere anche tanto. Marrakech è una città turistica e gli eleganti riad (gli hotel con il giardino centrale) hanno prezzi altini, bar e ristoranti hanno standard europei, così come i transfer privati. Per il mio viaggio low cost scelgo allora un ostello - carino e pulitissimo: camerata da tre a 15 euro, compresa una deliziosa colazione -, spostamenti in autobus e cibo di strada, ottimo peraltro.
La tipica zuppa di legumi “Harira” viene via a 10 dirham - 1 euro: la trovo nella magnifica piazza Jamaa el Fna, cuore della città vecchia, che la sera si ricopre di banchetti con cibo di ogni genere. Siamo nel mese di Ramadan e i musulmani possono mangiare soltanto dopo il tramonto; mi fa piacere unirmi a loro in questa circostanza, così, in una specie di vicinanza spirituale.
Non ho affatto intenzione di fare un viaggio di rinunce, ma quando si sta in giro a lungo compensare le spese è necessario, proprio per destinare maggiori risorse alle cose interessanti e a qualche lusso, tipo la cena che mi sono concessa l’altro giorno in un buon ristorantino. Qui bisogna farlo perché, a differenza dell’Asia, il turismo comporta attività mediamente care.
I turisti in città sono moltissimi e la presenza dei gruppi è piuttosto invasiva. Cerco di schivarli allontanandomi un po’ dai percorsi più battuti. Andando a zonzo per le viuzze scopro case fatiscenti, manifatture artigianali piuttosto rudimentali, attività quotidiane, insomma la vita delle persone che ancora abitano qui (sono circa 60 000, più di 1 milione e mezzo risiede nella città nuova), non certo nella ricchezza, anzi. C’è un bel divario tra quello che si vede là fuori e quello che è nascosto qui dentro.
Dopo cena vado ad osservare il viavai della moschea, quando l’ultimo richiamo della voce salmodiante che si diffonde dai minareti in tutta la città ricorda ai fedeli l’obbligo della preghiera serale. Li invidio un po’ per questo appuntamento: non certo per la religione, piuttosto per il momento di raccoglimento prima di dormire e per la forma collettiva e partecipata in cui si svolge. Non avrò, non avremo mai qualcosa di simile. Per fortuna o per sfortuna, dipende dai punti di vista.
Né a Marrakech né a Essaouira, la magnifica cittadina costiera dove mi trovo in questo momento, ho mai sentito qualche elemento di insicurezza. Tutt’altro. Si gira tranquilli a piedi ovunque, senza problemi (figuriamoci che a Marrakech c’è addirittura la “polizia turistica”); vedremo il proseguo, ma il primo approccio è di un viaggio fattibile anche da una donna sola, per lo meno nelle tappe frequentate dagli europei. Le ho scelte non a caso per iniziare, per prendere contatto, per verificare come ci si sente e come si sta da queste parti.
Il tragitto in autobus che mi ha portato qui sulla costa atlantica mi ha sorpreso: per il lusso del mezzo - le mie aspettative erano basse, avendo in mente gli sgangherati bus asiatici - e per lo stato delle strade, larghe e ben tenute. Il treno poi, che collega alcune località del nord, è ancora più lussuoso, veloce, scelto per questo dalla classe media. Comincio a intravedere il livello di sviluppo di questo paese: niente male, tanto più se sommato a una relativa sicurezza, valore inestimabile ormai ovunque, tanto per i residenti quanto per i turisti.
Alcune località più interne e naturalistiche non sono però collegate dai mezzi pubblici; per raggiungerle devo quindi aggregarmi a giri organizzati in minibus o gip. Non lo faccio volentieri ma qui mi tocca, e i tour personalizzati sono proprio da escludere, almeno per le mie tasche.
La prima esperienza non è stata un granché: l’Ourika Valley, interessante per i villaggi berberi, è un posto scenografico, attraversato da un fiume cristallino e circondato dalle montagne dell’Atlante, ma assaltato dall’overtourism. Da quel che vedo, il Marocco sta puntando a un modello di sfruttamento turistico intensivo e il rischio di trovarsi in mezzo a una vera e propria folla nei luoghi più belli e iconici è altissimo. Sto cercando modi per sottrarmi almeno un po’, vediamo se ci riesco.
Intanto mi godo la magnifica Essaouira; molti ci vengono in giornata e nel pomeriggio si svuota. Dai terrazzi delle case e dalle mura fortificate si vede un paesaggio di mare mozzafiato, per non parlare del tramonto. E’ un posto di relax e vacanza - ma in compenso ho notato nei bar alcuni “colleghi” nomadi digitali - musica di strada, gallerie d’arte, famoso per il surf e i centri yoga. Ne ho trovato uno meraviglioso e domani andrò a fare un po’ di movimento e meditazione. Forse è anche questo un modo per immergersi dove si è, e sfuggire al veloce sorvolo del turismo. Io vado lenta, anche perché sto lavorando e ho bisogno di tempo per farci stare tutte le cose.
Che meraviglia Essaouira. Ci ho vissuto un anno. Mi manca un sacco.
Ti seguirò passo passo, curioso di conoscere le future tappe e impressioni di questo tuo ultimo viaggio... In particolare le destinazioni riguardanti il Sud del Marocco e - più a nord - l'Atlante (se mai ti spingerai), con ai piedi le sue celebri città imperiali... Vorrei, prima o poi, andare a visitare anche questa estesa catena montuosa. In particolare durante il periodo dei mandorli in fiore. Di lei ho avuto descrizioni altissime, a dir poco poetiche; soprattutto in questo ben preciso periodo dell'anno: tanto da riuscire ad arrivare ad essere così insolitamente verdeggiante! Tutte queste mete sono per me rimaste fino ad oggi parte di un sogno ambito...
Come ci siamo già detti, ho fatto un "salto" in Marocco 15/20 anni fa, con un gruppo di amici con bimbi al seguito. Fu un'esperienza bellissima, indimenticabile; ma purtroppo durata soltanto di una decina di giorni... Toccammo Marrakech, già allora assai turistica (ma bella e piena di contrasti); con già un aeroporto efficientissimo e modernissimo... Il Marocco è infatti per tanti aspetti molto occidentale; anche se per tanti altri ancora no... E dovrebbe essere anche un Paese assai sicuro (anche per una donna che viaggia da sola)! Strada facendo, poi ce lo confermerai... La Famiglia Reale ci tiene moltissimo a mantenere un certo, ordine, una certa protezione, anche e soprattutto verso i turisti: questa è infatti una delle principali fonti delle sue entrate. Tutto questo già prima, ma soprattutto e in particolare dopo gli attentati e fatti terroristici avvenuti (per fortuna!) tanti anni fa... E che andarono a colpire anche il cuore di Marrakech. Tutto ciò, solo una settimana dopo aver noi lasciato il Marocco. Peraltro, Il fatto avvenne nello stesso bar/ristorante - frequentato soprattutto da turisti - dove andammo noi con i bimbi a mangiare...
Tornando ai nostri spostamenti, facemmo poi anche una puntata alle sorgenti dell'Ourrika Valley: per godere del gorgoglio e freschezza delle sue acque (ma affètta, purtroppo, già allora da overturism...). Poi, in ultimo, ci spingemmo per diversi giorni nell'affascinante Essaouira, bagnata dalle onde dell'oceano... Indimenticabile, ancora oggi, l'atmosfera che vi si respirava. Per le sue mura; per le sue porte e finestre di colore blù; e per tutti i suoi splendidi edifici d'origine portoghese. Ma, non da meno: per le sue passeggiate; per le sue lunghe spiagge a perdita d'occhio contornate da dune. Per il suo porticciolo, il suo pesce e i suoi gabbiani... Sono davvero contento che tu abbia potuto godere analoghe nostre sensazioni, e di poterle qui condividere con tanti altri amici viaggiatori. Durante il viaggio d'avvicinamento, che da Marrakech ci conduceva ad Essaouira, mentre scendevamo lungo il pendio del tavoliere, ormai in vista della cittadina e dell'oceano, vidi per la prima volta stagliarsi davanti a me una miriade di alberi d'argan, dal loro portamento vagamente simile ai nostri ulivi e da cui si estrae il rinomatissimo olio: celebre soprattutto in cosmesi. Ne rimasi profondamente colpito...
Con le tue foto e descrizioni di viaggio, quanti bei ricordi mi hai riportato alla mente... Un caro abbraccio, e buona continuazione...