Cerco sempre molto questa dimensione nella vita e nel viaggio. Mi piace incontrare la spiritualità degli altri e, attraverso di essa, esplorare la mia.
Forse in giro per il mondo mi sentirei attratta per curiosità da gesti e suoni nuovi, diversi.
Mi ritrovo invece in quello stare che tu descrivi.
Esperienza del non gesto, della non azione, del non desiderio. Luogo o forse non,-luogo dove lentamente si depositano nomi, identificazioni, concetti. Non - luogo dove il corpo è ciotola vuota e quel che resta è l'invisibile spazio, l'invisibile presenza.
Anche per me vale il tuo discorso... La libertà è ciò che più mi definisce, in tutte le sue manifestazioni; insieme all'apertura e alla ricerca. Ascoltando e osservando la natura e i paesaggi, lontani e vicini, sento che la mia strada, il mio percorso, mi conducono sempre in quella direzione... È in mezzo ad una foresta, ad un bosco, o in cima ad una montagna, oppure davanti a sconfinati paesaggi, a perdita d' occhio, che provo queste forti mie 'vibrazioni'... È nella Natura, e in tutte le sue incredibili manifestazioni, che trovo la mia ragion d' essere, la mia dimensione, la mia spiritualità... Sono le foto dei tuoi elefanti in riva all' acqua - che si stagliano in mezzo a piccole dune di sabbia dorata -, quelle delle tue foreste lussureggianti, dei tuoi paesaggi agrari e dei tuoi "covoni" color argento - che mi appaiono come incredibili frattali - ad ipnotizzarmi e ad affascinarmi... lasciandomi sognare ad occhi aperti, e a riflettere sul creato!
L' altro ieri, a metà giornata, mentre ero per agenzie assicurative e cose trite, ricevo sul cellulare, da una cara amica, una gran bella poesia... Un gran bel gesto, che mi rimette al mondo e mi fa toccar con mano la mia spiritualità. Una poesia che voglio condividere, con voi tutti:
"È la coltivazione della solitudine, sceglierla, che mi
sta insegnando a sentire gli altri, i piú lontani e i piú
vicini, a sentire come stanno, a sfiorarli con il pensiero
senza prenderli mai.
Tanti episodi violenti accadono nel bosco, diluvi e
temporali che abbattono alberi vecchissimi, taglialegna
che li sterminano, trattori che sfondano la terra
e creano pozze che si riempiranno d’acqua e fango,
cacciatori che sparano, animali che spariscono, acquattati
nella paura, feriti, morti. Ma il bosco sta, colpito,
ammutolito per le ferite, i traumi, le razzie, ma sta.
Dove altro potrebbe andare? Ma sta con vivezza, sta
con presenza, non si distrae mai, non ha testa in cui
nascondersi e staccarsi da terra, ha radici, ha linfa che
pulsa, ha nascita e morte che si intrecciano, ha fantasia
illimitata e geometrie precisissime e fame e sete.
Gli alberi prendono le forme del vento ma anche della
fame di luce, della sete d’aria e di spazio. Gli animali
azzannano la vita, mordono il mondo.
Resto qui, qui è piú chiara la violenza di esistere,
qui si sa scappare, rincorrersi, assaltare, fidarsi, crollare,
balzare. Resto qui, c’è una grammatica piú semplice
per gli ingenui.
Chandra Candiani da 'Questo immenso non sapere.' Einaudi
Ebbene,
buon ...viaggio... Cristina, e un caro saluto a tutti
Caro Flavio, amo molto anch'io Chandra, e le sue parole mi arrivano dritte al cuore. Grazie della condivisione e un abbraccio. Da spirito a spirito, da natura a natura.
Sono un po' allergica invece io alle cerimonie.
Forse in giro per il mondo mi sentirei attratta per curiosità da gesti e suoni nuovi, diversi.
Mi ritrovo invece in quello stare che tu descrivi.
Esperienza del non gesto, della non azione, del non desiderio. Luogo o forse non,-luogo dove lentamente si depositano nomi, identificazioni, concetti. Non - luogo dove il corpo è ciotola vuota e quel che resta è l'invisibile spazio, l'invisibile presenza.
Un abbraccio.
Bellissima l' immagine del farsi ciotola del corpo. Le tue visioni completano i miei pensieri 🙏
Anche per me vale il tuo discorso... La libertà è ciò che più mi definisce, in tutte le sue manifestazioni; insieme all'apertura e alla ricerca. Ascoltando e osservando la natura e i paesaggi, lontani e vicini, sento che la mia strada, il mio percorso, mi conducono sempre in quella direzione... È in mezzo ad una foresta, ad un bosco, o in cima ad una montagna, oppure davanti a sconfinati paesaggi, a perdita d' occhio, che provo queste forti mie 'vibrazioni'... È nella Natura, e in tutte le sue incredibili manifestazioni, che trovo la mia ragion d' essere, la mia dimensione, la mia spiritualità... Sono le foto dei tuoi elefanti in riva all' acqua - che si stagliano in mezzo a piccole dune di sabbia dorata -, quelle delle tue foreste lussureggianti, dei tuoi paesaggi agrari e dei tuoi "covoni" color argento - che mi appaiono come incredibili frattali - ad ipnotizzarmi e ad affascinarmi... lasciandomi sognare ad occhi aperti, e a riflettere sul creato!
L' altro ieri, a metà giornata, mentre ero per agenzie assicurative e cose trite, ricevo sul cellulare, da una cara amica, una gran bella poesia... Un gran bel gesto, che mi rimette al mondo e mi fa toccar con mano la mia spiritualità. Una poesia che voglio condividere, con voi tutti:
"È la coltivazione della solitudine, sceglierla, che mi
sta insegnando a sentire gli altri, i piú lontani e i piú
vicini, a sentire come stanno, a sfiorarli con il pensiero
senza prenderli mai.
Tanti episodi violenti accadono nel bosco, diluvi e
temporali che abbattono alberi vecchissimi, taglialegna
che li sterminano, trattori che sfondano la terra
e creano pozze che si riempiranno d’acqua e fango,
cacciatori che sparano, animali che spariscono, acquattati
nella paura, feriti, morti. Ma il bosco sta, colpito,
ammutolito per le ferite, i traumi, le razzie, ma sta.
Dove altro potrebbe andare? Ma sta con vivezza, sta
con presenza, non si distrae mai, non ha testa in cui
nascondersi e staccarsi da terra, ha radici, ha linfa che
pulsa, ha nascita e morte che si intrecciano, ha fantasia
illimitata e geometrie precisissime e fame e sete.
Gli alberi prendono le forme del vento ma anche della
fame di luce, della sete d’aria e di spazio. Gli animali
azzannano la vita, mordono il mondo.
Resto qui, qui è piú chiara la violenza di esistere,
qui si sa scappare, rincorrersi, assaltare, fidarsi, crollare,
balzare. Resto qui, c’è una grammatica piú semplice
per gli ingenui.
Chandra Candiani da 'Questo immenso non sapere.' Einaudi
Ebbene,
buon ...viaggio... Cristina, e un caro saluto a tutti
Caro Flavio, amo molto anch'io Chandra, e le sue parole mi arrivano dritte al cuore. Grazie della condivisione e un abbraccio. Da spirito a spirito, da natura a natura.
Grazie, Cristina! Che sorpresa e che onore per me le tue parole, felice di essere una compagna di viaggio in così buona compagnia 💖
Incontri preziosi :-)
Grazie, mi sono commossa! Poi in viaggio mi commuovo spesso, quindi sto sempre a piangere, altro che felice 😂😂😂
Fantastica 😂