Amare i desideri dell'altro, aiutarsi, lasciarsi liberi
Sentimenti del partire in viaggio senza il proprio compagno
Felice di ritrovarti fra i Pensieri Nomadi 🌹 E grazie di cuore alle persone nuove che sono arrivate questa settimana. Spero che troviate in queste righe qualcosa di bello e utile per la vostra vita.
Buona lettura, Cristina
Scultura degli amanti, Johannes Dimpflmeier, Tuscania.
Amare i desideri dell’altro, aiutarsi, lasciarsi liberi.
Sono appena tornata da un viaggio in solitaria di 50 giorni tra Spagna e Marocco, durante il quale ho sentito con particolare profondità il valore di questi sentimenti che alimentano da 16 anni il rapporto con il mio compagno.
Non ne parlo come di qualcosa di acquisito. E’ certamente un cammino sempre in corso e mai concluso, una pratica da rinnovare continuamente. Ma soprattutto un richiamo divenuto naturale, oggi come oggi non sarei disponibile per altro.
Volersi bene nell’amore, aiutarsi e sostenersi nella relazione, lasciarsi liberi di essere, di agire, di andare, sono tre cose che ho imparato mettendovi grande impegno, quasi studiandoli. Non conoscevo da vicino questi sentimenti, non appartenevano alla mia storia, li ho scoperti tardi, coltivati man mano con il mio compagno, e apprezzati come ciò che di più prezioso esiste.
Volersi bene nell’amore, cioè volere prima di tutto il bene dell’altro, comprendere e rispettare i suoi desideri anche quando sono diversi dai tuoi, non è facile, ma è il fondamento di tutto, almeno per me. Ho sperimentato le alternative, la gelosia, il possesso, il ricatto, la simbiosi, ma non funzionano oltre che fare male.
Ho imparato nel tempo che l’amore è un equilibrio basato su uno scambio di bene anche quando ha qualche costo per il nostro egoismo.
Quando ho deciso di partire per la Spagna, a inizio febbraio, il mio compagno era impegnato nei suoi progetti in Italia e non sarebbe venuto con me. Né lui aveva particolare voglia di viaggiare in modo itinerante, col bus e per ostelli, come piace a me.
Io avevo il desiderio di andare, senza sapere ancora come si sarebbe svolto il viaggio né quando sarei tornata. Avevo dispiacere a lasciarlo solo, ma sono stata rassicurata e sostenuta nel mio progetto, che ho potuto compiere in serenità.
Sono molto grata per questo sostegno che si accompagna alla libertà reciproca. Lui nel frattempo è partito per un lavoro in Asia e ci rivedremo tra un po’. Vicinanza e lontananza caratterizzano la nostra relazione molto più che una routine.
L’aiuto nelle proprie scelte, le discussioni e i confronti per arrivarci sono un altro dono di questo rapporto. Ho imparato a parlare di tutto, senza paura. Perché ho toccato con mano che il rischio di non essere d’accordo o di non capirsi è minore di quello che si corre se non ci si affronta. E’ un rischio costruttivo, l’ho provato varie volte, l’altro è distruttivo e può portare a una distanza siderale.
E non si tratta sempre di scegliere insieme o per due ma anche per sé. Cioè ciascuno deve poter camminare il proprio cammino oltre che il cammino comune. Questo è importantissimo, altrimenti subentrano frustrazioni e rabbia. Se non fossi partita per il mio viaggio, per fare l’esperienza in solitaria che intendevo fare, avrei accumulato il sentimento pericoloso della rinuncia anziché quello positivo della gratificazione.
Anche nella lontananza si può stare vicini, anzi ancor più vicini: quando si parte e si va lontano - e quante volte lo abbiamo sperimentato in questi anni - l’amore rivela la sua parte migliore di sostegno e legame, forte ma soave.
Per come sono fatta io, non c’è amore senza libertà. Libertà di scelte, di movimento. Libertà di stare bene anche quando l’altro non c’è, di coltivare un pezzo di vita per se stessi, non necessariamente condiviso. A parte la bellezza di raccontarsi cose e incontri accaduti in assenza dell’altro, significa avere ben presente la propria interiorità indipendente da quella del proprio compagno.
Questo mi fa sentire solida e quindi pronta a relazionarmi nel bene (inutile dire quanto spesso ci capita di relazionarci nel male). La dipendenza affettiva, la compiacenza, la paura dell’abbandono sono tutti vincoli da cui ho impiegato molto tempo a uscire, con un lungo lavoro di analisi e consapevolezza, ed è stato il viaggio più importante della mia vita.
Oggi sono più libera di quando ero giovane. E forse questo è il maggiore vantaggio di quando ci si incontra “da grandi”, quando è passata parecchia acqua sotto entrambi i ponti. Cambiano le aspettative rispetto, per esempio, a quella di metter su famiglia, e il valore supremo diviene quello di stare bene nella coppia. Altrimenti meglio niente.
La cosa che più mi riempie di gioia è sentire che il mio compagno fa il tifo per me, sta dalla mia parte, è mio alleato nella vita. E, a mia volta, quanto mi fa stare bene provare un uguale sentimento di alleanza e solidarietà. Quando manca mi sento persa, quando c’è potrei volare sulla Luna.
Una volta il mio compagno ha detto: lei non è la “mia” donna, noi siamo un’amorevole squadra. Sintesi meravigliosa.
È la descrizione di una fase della vita... quella giusta....dove sono giunta...e sono felice di esserci anche se davanti mi restano meno anni da vivere...il cammin di nostra vita... è una meravigliosa avventura...ma solo tu puoi renderla tale....
Non potevi descrivere meglio l'essenza dell'amore...ed è quello che sto sperimentando con mio marito