Dopo aver letto la tua newsletter io e Silvia ne parlavamo 😊 Io sono già da qualche tempo in un modus di viaggiare cambiato parecchio dagli ultimi anni. Ora sono abbastanza fermo e viaggio solo (purtroppo) per lavoro. Ma è sempre più intenso il desiderio di trovare il modo di star fuori qualche mese, fissi in qualche luogo da cui lavorate e poi rientrare qualche mese in Italia. Il problema è sempre quello... capire come gestire affitti e tutto il resto e non pagare doppio 😂 Fare un controllo oculato delle spese ecc... Questo 2025 ormai l'ho organizzato, ma per il prossimo anno le idee di maggior "nomadismo" sono già lì che fermentano.
Mi fa piacere quello che scrivi. È importante e anche appassionante essere sintonizzati nella coppia su un progetto di questo tipo. Vale la pena allora provarci perché introduce una modalità interessante di vita per tutti e due e per ciascuno.
Nella mia esperienza ho visto che le modalità organizzative vengono di conseguenza se prevale la scelta, la decisione profonda di cominciare a introdurre qualche cambiamento. Un po' alla volta si trova il modo. Magari si comincia con un mesetto e poi si vede ... Magari nella tua/vostra amata Chiang Mai 😉
Quando penso all' eventualità di spostarmi per qualche settimana o mese, per provare ad abitare me stessa in primis ma anche una diversa esperienza dello spazio, la cosa che mi preoccupa di più non sono tanto le relazioni (sono quel tipo di persona che sente la mancanza degli altri dopo mesi), ma i rapporti lavorativi. Nel mio lavoro sento che mostrare presenza e supporto fa la differenza, sia per la qualità del lavoro (per lo meno per i progetti che coinvolgono più persone) ma anche per la fiducia che mi viene riposta. Insomma la mia paura non è di sentire la mancanza del lavoro, ma che il lavoro non senta la mia mancanza. Ma forse è solo perché sono "drogata" da quindici anni in azienda. :)
Capisco bene perché anch'io all' inizio temevo che la mia lontananza incrinasse il rapporto di fiducia coi colleghi. Per cui ho posto molta attenzione a questo aspetto, cercando di non fare mancare la qualità nel lavoro e alimentando buoni rapporti lavorativi via mail, via WA o per telefono. Non è la stessa cosa dei rapporti diretti ma ho visto che le persone riescono a seguirti lo stesso. Anzi, aumenta la curiosità per quello che fai e anche la stima da parte di coloro che apprezzano la tua scelta.
Nella mia esperienza il timore non è negli altri ma dentro di sé, paura che l' assenza fisica generi meno controllo, meno presa, ma se il tuo lavoro ha valore per te e per gli altri questo non succede 😊
Mentre ti leggo sono in un lungo viaggio per alcuni paesi dell'Asia orientale (dire "per l'Asia" come fanno molti mi sembra esagerato 😄) e rifletto costantemente su come è cambiato il mio modo di viaggiare nel tempo e dove vorrei arrivasse. Piace anche a me prendermi i miei tempi, estendere le permanenze e rilassarmi, ma sicuramente una volta non ero così. E col tempo vorrei arrivare a una dimensione ancora più rilassata. Ma sto imparando a scoprirmi e allo stesso tempo evolvo mentre viaggio. Come dici tu, sono tanti i modi di nomadare. 🙂
Grazie per la citazione, durante il mio viaggio in Sud e Centro America non li ho trovati poi così affollati, tranne a Puerto Escondido dove c'era gente ma si lavorava bene. A Bali mi sa che non ci andrei nemmeno io ahahha
Dopo aver letto la tua newsletter io e Silvia ne parlavamo 😊 Io sono già da qualche tempo in un modus di viaggiare cambiato parecchio dagli ultimi anni. Ora sono abbastanza fermo e viaggio solo (purtroppo) per lavoro. Ma è sempre più intenso il desiderio di trovare il modo di star fuori qualche mese, fissi in qualche luogo da cui lavorate e poi rientrare qualche mese in Italia. Il problema è sempre quello... capire come gestire affitti e tutto il resto e non pagare doppio 😂 Fare un controllo oculato delle spese ecc... Questo 2025 ormai l'ho organizzato, ma per il prossimo anno le idee di maggior "nomadismo" sono già lì che fermentano.
Mi fa piacere quello che scrivi. È importante e anche appassionante essere sintonizzati nella coppia su un progetto di questo tipo. Vale la pena allora provarci perché introduce una modalità interessante di vita per tutti e due e per ciascuno.
Nella mia esperienza ho visto che le modalità organizzative vengono di conseguenza se prevale la scelta, la decisione profonda di cominciare a introdurre qualche cambiamento. Un po' alla volta si trova il modo. Magari si comincia con un mesetto e poi si vede ... Magari nella tua/vostra amata Chiang Mai 😉
Quando penso all' eventualità di spostarmi per qualche settimana o mese, per provare ad abitare me stessa in primis ma anche una diversa esperienza dello spazio, la cosa che mi preoccupa di più non sono tanto le relazioni (sono quel tipo di persona che sente la mancanza degli altri dopo mesi), ma i rapporti lavorativi. Nel mio lavoro sento che mostrare presenza e supporto fa la differenza, sia per la qualità del lavoro (per lo meno per i progetti che coinvolgono più persone) ma anche per la fiducia che mi viene riposta. Insomma la mia paura non è di sentire la mancanza del lavoro, ma che il lavoro non senta la mia mancanza. Ma forse è solo perché sono "drogata" da quindici anni in azienda. :)
Capisco bene perché anch'io all' inizio temevo che la mia lontananza incrinasse il rapporto di fiducia coi colleghi. Per cui ho posto molta attenzione a questo aspetto, cercando di non fare mancare la qualità nel lavoro e alimentando buoni rapporti lavorativi via mail, via WA o per telefono. Non è la stessa cosa dei rapporti diretti ma ho visto che le persone riescono a seguirti lo stesso. Anzi, aumenta la curiosità per quello che fai e anche la stima da parte di coloro che apprezzano la tua scelta.
Nella mia esperienza il timore non è negli altri ma dentro di sé, paura che l' assenza fisica generi meno controllo, meno presa, ma se il tuo lavoro ha valore per te e per gli altri questo non succede 😊
Sì, è sicuramente una questione di controllo. Lasciare andare :)
Mentre ti leggo sono in un lungo viaggio per alcuni paesi dell'Asia orientale (dire "per l'Asia" come fanno molti mi sembra esagerato 😄) e rifletto costantemente su come è cambiato il mio modo di viaggiare nel tempo e dove vorrei arrivasse. Piace anche a me prendermi i miei tempi, estendere le permanenze e rilassarmi, ma sicuramente una volta non ero così. E col tempo vorrei arrivare a una dimensione ancora più rilassata. Ma sto imparando a scoprirmi e allo stesso tempo evolvo mentre viaggio. Come dici tu, sono tanti i modi di nomadare. 🙂
È vero, il viaggio è uno spazio di evoluzione, bello. Allora buon vento, come dicono in mare 🌹
Grazie per la citazione, durante il mio viaggio in Sud e Centro America non li ho trovati poi così affollati, tranne a Puerto Escondido dove c'era gente ma si lavorava bene. A Bali mi sa che non ci andrei nemmeno io ahahha