Moto e zaino
Da qualche mese è entrata a pieno titolo nella nostra vita una nuova protagonista: la moto. La vedi qui mentre carichiamo fuori le mura di Urbino pronti a partire. E’ una moto indiana, un po’ vintage, lenta, che porta un minimo bagaglio: tutte cose che mi piacciono molto.
Zaino e moto è una combinazione del tutto inedita per me. La sto scoprendo efficace per spostarsi in Italia, dove in pochi chilometri cambi paesaggio e raggiungi posti belli senza dover fare le autostrade. Non è così dappertutto, è una qualità del nostro paese.
Non guido e non ho in genere un buon rapporto con i mezzi di trasporto: per dirne una, non so andare in bicicletta. E detesto la macchina. Questa Royal Enfield però mi sta simpatica: occupa poco suolo quando la parcheggi, sei all’aperto e non inscatolata nell’auto, fai corpo con gli altri motociclisti e anche i pedoni ti fermano e chiacchierano, come quando cammini. Insomma, è un mezzo che apre alla relazione.
Ma la vera sorpresa è che nei tragitti, mentre mi abbandono al vento, mi vengono un sacco di pensieri nomadi. Se avessi un tastierino collegato al cervello, potrei scriverli direttamente :-)
Ciao, benvenuta e benvenuto tra i Pensieri Nomadi 💐
In questo spazio settimanale condivido la mia esperienza: il cambiamento di vita, il viaggio come incontro, il nomadismo esistenziale e digitale. Se non lo hai ancora fatto, puoi iscriverti adesso. Grazie e buona lettura, Cristina.
Sono al Conero. Conosci? Scenario suggestivo di appennino e mare. Era un bel po’ che non camminavamo così a lungo e il giro sul Monte è notevole. Dall’alto si vedono calette spettacolari, come la Spiaggia delle Due sorelle. Eccola qui.
L’Italia non è (ancora) un Paese per nomadi digitali
Stiamo nomadando in posti deliziosi e un po’ nascosti: Fermignano, Genga, Massignano, Camerano… L’Italia ne è piena, e ha una giusta dimensione per l’itinerante, come mi capita di raccontare agli stranieri che incontro in viaggio. Se non fosse per i prezzi altini e la connessione troppo debole in troppi posti.
Verrebbe da dire che l’Italia non è un paese per nomadi digitali, bisogna per forza avere un alloggio con wifi, perché spesso la rete non c’è, e cercarsi sistemazioni con la cucina, come facciamo noi, per ammortizzare i costi.
Peccato, perché i borghi potrebbero attirare lavoratori da remoto, anche a lungo termine. Quello che i nomadi digitali cercano in giro per il mondo - natura, incontri, comunità, tradizioni, divertimento - qui lo troverebbero eccome. Ma ci vuole l’infrastruttura digitale e una politica dei prezzi meno esosa. Qualcuno ha cominciato, ad esempio Pontremoli.
Routine di viaggio e lavoro, in Italia come all’estero
Da quando sono tornata dall’Oriente, a marzo, sono nomade in Italia: Milano, Cremona, Monte Argentario e Maremma, Viareggio, Roma, Viterbo, Tuscia laziale, Ravenna, Urbino, Conero e paesetti, dove mi trovo ora. Non sempre in moto, ma anche in bus o treno.
A parte le soste a Milano a trovare la mamma e l’ospitalità sempre graditissima degli amici, abito di volta in volta in casette complete di tutto. Non necessariamente case intere, spesso stanze con servizi condivisi, che sono più economiche.
Mi diverte cercarle - su Airbnb o Booking - e starci: mi organizzo anzitutto per fare la lavatrice o lavare a mano se manca - è un continuo perché ho pochissimi indumenti; poi per la spesa, la cucina e il lavoro.
Piazzo le quattro cose che ho e lo spazio diventa subito mio. Lo scelgo semplice ma accogliente: viaggiare non vuol dire andare in giro come una trottola. Mi piace godermi gli interni tanto quanto gli esterni.
Ottimo se ho una scrivania in camera, come in questi giorni, altrimenti mi arrangio nelle parti comuni o fuori all’aperto. Tra uno spostamento e l’altro mi capita di lavorare in un bar o alla stazione, mi va bene, mi concentro ormai ovunque.
In genere, dormo presto e mi alzo presto la mattina, bevo un primo caffè, mi raccolgo un attimo per non buttarmi subito nella mischia del fare, e verso le 6.15 attacco a lavorare. E’ il momento più lucido e propizio. Il pomeriggio faccio fatica; se proprio necessario, meglio un’ultima sessione verso sera, prima di cena.
Lavoro da 2 a 6 ore, più o meno, oppure un giorno intero se quello dopo mi serve libero. Sono flessibile, assecondo le esigenze e le scadenze. Non voglio mai rimanere indietro, mi mette l’ansia.
In questo periodo il lavoro ha la priorità e non sempre riesco a infilare la ginnastica, un’altra cosa che mi fa benissimo ma che può essere difficile mantenere in viaggio. Porto sempre con me un tessuto da stendere a terra su cui fare gli esercizi, che utilizzo poi come telo mare o pareo. Le cose nello zaino sono multiuso.
Per l’esplorazione dei luoghi e le visite - ma anche per un po’ di pratiche personali che sempre bisogna sbrigare - rimane un tempo sufficiente se non si va di fretta. Ma ormai non mi va più di essere di fretta, ho abbandonato questo stile. Piuttosto rinuncio. Allargo invece i tempi e vedo di farci stare le cose che mi interessano. Mi aspetta una visita alla casa di Leopardi a Recanati. Sono emozionata solo all’idea.
Non mi manca una continuità di azione, amo che ogni giorno sia diverso dall’altro. Non faccio nessun programma a lunga scadenza, vivo tappa dopo tappa, e non mi serve sapere che cosa succederà domani. E il mio compagno, marinaio e motociclista, è con me in questo fluire.
Il suggestivo Tempio del Valadier, nella gola di Frasassi.
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E’ tempo di vacanze, e se vuoi farti venire qualche idea originale, guarda qui. E’ la newsletter GIRETTI DISEGNETTI di Silviabes, piena di itinerari roadtrips in Italia e all’estero per tutti: viaggiatori solitari, coppie, amici e famiglie. Ha due particolarità molto carine: racconta esperienze di viaggio di persone molto diverse tra loro, e le disegna.
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Conero, Marche, Recanati, che bei luoghi... Ci siamo stati molti anni fa: troppi, occorre subito recuperare! Appena sarà possibile ci metteremo in marcia alla riscoperta di questi posti affascinanti. Grazie Cristina, per averceli riportati alla mente, dandoci così ulteriori spunti. Mi ricordo, allora, di una campagna bellissima, intatta, mossa... Dietro ad ogni curva, su ogni cucuzzolo, un borgo, un 'villaggio', che emanava pace e tranquillità; inframmezzato da un paesaggio armonioso, in equilibrio totale con la natura circostante. Villaggi, con edifici prevalentemente in mattoni, di color ocra... Dove il tempo sembrava davvero essersi fermato a cento anni fa! Dalla casa, al palazzo, alla chiesa (quasi sempre con facciata settecentesca), dove gli elementi architettonici giocavano, tra loro, in continui richiami e rimandi: da un edificio all'altro... Corinaldo è uno di questi! Me lo ricordo pieno di fascino e proporzioni! Ma non da meno la tanto studiata - e da me sognata - Recanati. Quando andammo a visitarla, il Palazzo della Famiglia Leopardi era (purtroppo) chiuso per restauro... Fu un duro colpo! Questo è un altro dei motivi per ritornare nelle Marche; andando così alla scoperta del palazzo del giovane Leopardi.
A tal riguardo, mi piacerebbe conoscere le tue emozioni e impressioni nel varcare quella soglia...?!
Inoltre, sarà per noi motivo per andare alla scoperta delle gole di Frasassi... Da quando ho visto la tua foto sul 'Tempio del Valadier', negli ultimi giorni non penso ad altro! Non vedo l'ora di spingermi fin là: per godermi quella perla preziosa, incastonata nella montagna, con vicine le sue celebri e stupende grotte (a me sconosciute).
Per chi si trovasse a passare da Ancona, consiglio, per la sua posizione e per la sua architettura (romanico - bizantina), la sua Cattedrale: un esempio quasi unico, a dominio della città e di tutto il golfo: da cui si abbraccia un panorama sconfinato. Grazie ancora, e a presto
La moto non me l’aspettavo, congrats 🎉