Interessante davvero, per molto tempo, in Italia, mi sono sentita in dovere di nascondere la parte eremita in nome della socialità, del divertimento obbligato ma mi sono accorta che anche adesso, pur vivendo il viaggio anche come un'ancora lanciata che mi da il tempo di immergermi nelle profondità del mio abisso, faccio una fatica estrema a lasciare la superficie dell'acqua...
Che testo importante. Grazie Cristina, sono in debito di una risposta mail e forse anche di un incontro. Spero di non perdere il mio turno. Che bello leggerti. Ti accompagno nel tuo 'vagabondare'. Il viaggiatore, l'eremita, il vagabondo. L'eremita, dei tre, credo sia l'unico uguale per indicare femminile e maschile. Vado a controllare.
Buongiorno Emanuela, ben trovata. Se vuoi fare una gita al mare mi trovi a Pitelli, sopra Spezia 😊 Sarebbe bello ... Eh, si eremita è l' unico neutro. Una buona giornata
"ciascuno conosce molto bene il perimetro della propria zona di comfort, che ci rassicura ma che può anche tenerci intrappolati. Mettere un piede fuori è il primo passo del viaggiatore".
Mi piace molto questa frase che scrivi perché dà consistenza ad una sensazione che ho avuto leggendoti.
Penso che nel profondo eremita e viaggiatore siano identici. Se ci si pensa bene a muoverli è il bisogno di conoscere, di comprendere, di aprirsi e per farlo è necessario uscire dalla propria zona di comfort e fare il primo passo.
Che questo passo sia fatto seduti in una grotta o verso un aeroporto non cambia. Sono due viaggi verso il non conosciuto e l'atteggiamento per l'incontro deve essere lo stesso. Apertura, non giudizio, stupore capacità di incontrare luci e ombre. Anche il coraggio li accomuna : uscire e partire o stare dentro di sé e partire sono atti di coraggio e non di fuga o isolamento. Vedo in entrambi il desiderio di semplicità, di pace, di unità. Facce della stessa medaglia. Un caro abbraccio
Non avrei saputo esprimere meglio questo concetto di unità sostanziale, che va anche oltre la complementarietà delle due figure. Anche quello dell' eremita è un viaggio. E anche quello del viaggiatore è uno stare. Grazie sempre Anna di queste preziose condivisioni.
Leggerti Cristina, mi fa sentire sempre compresa e "meno sola" <3
Grazie! :)
A te, cara Elisa
Interessante davvero, per molto tempo, in Italia, mi sono sentita in dovere di nascondere la parte eremita in nome della socialità, del divertimento obbligato ma mi sono accorta che anche adesso, pur vivendo il viaggio anche come un'ancora lanciata che mi da il tempo di immergermi nelle profondità del mio abisso, faccio una fatica estrema a lasciare la superficie dell'acqua...
Piacere di conoscerti. Grazie di questa condivisione, toccante
Che testo importante. Grazie Cristina, sono in debito di una risposta mail e forse anche di un incontro. Spero di non perdere il mio turno. Che bello leggerti. Ti accompagno nel tuo 'vagabondare'. Il viaggiatore, l'eremita, il vagabondo. L'eremita, dei tre, credo sia l'unico uguale per indicare femminile e maschile. Vado a controllare.
Buongiorno Emanuela, ben trovata. Se vuoi fare una gita al mare mi trovi a Pitelli, sopra Spezia 😊 Sarebbe bello ... Eh, si eremita è l' unico neutro. Una buona giornata
Bellissima lettura della domenica sera, grazie. Personalmente non potrei vivere senza i miei momenti di solitudine, da eremita 😊
Capisco benissimo 😉
"ciascuno conosce molto bene il perimetro della propria zona di comfort, che ci rassicura ma che può anche tenerci intrappolati. Mettere un piede fuori è il primo passo del viaggiatore".
Mi piace molto questa frase che scrivi perché dà consistenza ad una sensazione che ho avuto leggendoti.
Penso che nel profondo eremita e viaggiatore siano identici. Se ci si pensa bene a muoverli è il bisogno di conoscere, di comprendere, di aprirsi e per farlo è necessario uscire dalla propria zona di comfort e fare il primo passo.
Che questo passo sia fatto seduti in una grotta o verso un aeroporto non cambia. Sono due viaggi verso il non conosciuto e l'atteggiamento per l'incontro deve essere lo stesso. Apertura, non giudizio, stupore capacità di incontrare luci e ombre. Anche il coraggio li accomuna : uscire e partire o stare dentro di sé e partire sono atti di coraggio e non di fuga o isolamento. Vedo in entrambi il desiderio di semplicità, di pace, di unità. Facce della stessa medaglia. Un caro abbraccio
Non avrei saputo esprimere meglio questo concetto di unità sostanziale, che va anche oltre la complementarietà delle due figure. Anche quello dell' eremita è un viaggio. E anche quello del viaggiatore è uno stare. Grazie sempre Anna di queste preziose condivisioni.