Ti ritiri mai in solitudine?
Momenti di vita nel paesino di Pomaia, vicino al centro buddhista Lama Tzong Khapa.
Ciao, benvenuta e benvenuto tra i Pensieri Nomadi 🌹
Se ancora non mi conosci, mi chiamo Cristina. Vivo e lavoro viaggiando e i miei movimenti geografici ed esistenziali li racconto qui: www.pensierinomadi.it. Se ti fa piacere rimanere in contatto via mail puoi iscriverti alla newsletter, oppure scrivi a cris.rolfini@gmail.com. Scambiare esperienze, visioni e sentimenti è lo scopo di questo blog. Grazie e buona lettura 😊
Stamattina mi sono svegliata molto presto. La stanza della vecchia casa in cui sono alloggiata è fresca e si dorme bene. Mi sono messa subito al tavolo di lavoro, al piano di sotto. La sala è particolare, arredata in legno, piena di fumetti, quadri e maschere realizzate in carta.
C’è un bel silenzio. Masha, la ragazza russa che abita l'altra stanza col suo gatto, non si è ancora svegliata.
Sono al computer da un paio d'ore e cominciano ad arrivare i rumori dalla strada. Rumori belli, voci di paese; il bar qui sotto nella piazzetta apre per primo e chiude per ultimo. Ieri sera, dopo cena, sono andata a farmi un dolcetto. Per i pochi abitanti di Pomaia, questa è tutta la vita che c’è.
Sono in ritiro in un paese toscano antico, minuscolo e delizioso. Ci arrivi in venti minuti di bus da Rosignano. È circondato da colline, ulivi e campi coltivati. È un posto ideale in questa stagione ancora affollata e mi offre la pace di cui ho bisogno.
Dopo le relazioni e tanto mondo, che sono meravigliosi ma hanno certamente la loro fatica, ho sempre bisogno della mia solitudine.
Niente come la solitudine e il silenzio mi consentono di riposare profondamente. Che significa per me: lasciare depositare le esperienze, ripulire il cuore e la mente, essere in contatto con me stessa e agire e pensare con lucidità. Andare esclusivamente al mio proprio ritmo, stando però, per una volta, ferma sul posto.
E tu, ti ritiri mai in piena solitudine? E dove?
Non sto parlando della vita quotidiana che si può scegliere - o subire - di condurre in solitaria, o dei viaggi solitari, che sono pure la mia passione. Ma di un vero e proprio ritirarsi per un periodo più o meno lungo, ricercando specificamente la dimensione della solitudine come mezzo per rientrare in sé stessi, riequilibrarsi, attingere a un benessere molto personale, intimo. Oppure per guardare qualcosa di sé.
Non alloggio nel vicino centro buddhista, che pure mette a disposizione bellissime casette in legno per chi vuole passarci un periodo o seguire le numerose attività di studio e meditazione che vi si svolgono. Se vuoi saperne di più, clicca qui.
Non partecipo mai a ritiri “spirituali” organizzati, sebbene ormai l’ offerta sia amplissima - ma la parola “offerta” sa di mercato.
Con gli anni, sono diventata molto selvatica e refrattaria a qualsiasi tipo di attività organizzata, da altri e anche da me stessa. Meno organizzo e meglio sto, anche se non è sempre facile mollare i progetti mentali. E infatti sono qui.
Quando, dunque, sento la necessità di ritirarmi, scelgo un posto dove posso stare in completo eremitaggio, riducendo i contatti, i movimenti e le parole parlate al minimo. Quelle scritte, come quelle lette, le pratico invece sempre volentieri.
Dopo uno spuntino di frutta e formaggio, in tarda mattinata sono venuta all’ Istituto, a cinque minuti a piedi dal paese, a passeggiare nel bosco e a scrivere. Ed eccomi qui, appoggiata a un albero, immersa nel mio blog, al suono delle cicale.
Il centro buddhista di Pomaia è un bel posto, e dai tempietti disseminati nel bosco arriva un’ energia pulita. Ci cammino in mezzo, attivo le ruote di preghiera, come si fa nella tradizione del buddhismo tibetano, mi inchino all'Illuminato.
Non mi riconosco in nessuna corrente spirituale specifica e non appartengo a nulla, ma amo il Buddha. Mi dà conforto e, a differenza di altri grandi maestri, non mi mette soggezione. Lui non ha fatto miracoli e non era un superuomo, ma una persona che ha lungamente cercato e praticato una via per affrontare la sofferenza, insegnando che questa possibilità è data a ciascuno di noi. Quando lo incontro, mi inchino sempre a questa possibilità di liberazione.
Ora, prima di rientrare, cammino ancora un poco nei sentierini ombreggiati qui intorno. Tra un po' gli ospiti del centro riprenderanno le loro attività e io mi ritiro. Mi aspetta un pomeriggio di lavoro. Lo farò cercando di mantenere lo stato di calma meditazione con cui ho scritto questo post.
Ti lascio un sorriso. E grazie di leggere i pensieri nomadi 🙏
Questa ruota di preghiera contiene 100 milioni di mantra in microfilm. La giri e si attiva una meditazione universale. Non si prega per sé stessi, ma per il mondo e con il mondo, e per tutti gli esseri.
✨✨✨Il libro che viaggia con me
Porto sempre un libro con me, su carta, piccolo, perché non pesi troppo nello zaino, o in audio, e allora possono essere anche lunghetti, ma comunque non eccessivamente per i miei gusti.
In questi giorni sono presa dalla Camera azzurra di Georges Simenon, letto benissimo da Claudio Santamaria. Lo conosci? Un gioiello raffinato, scritto con la maestria dei più grandi.
Se vuoi tuffarti nelle sue parole clicca qui.
✨✨✨Viaggi dentro e fuori
I Pensieri Nomadi non sono diari di viaggio, ma raccontano i luoghi del mondo e anche quelli dell’anima come esperienze di vita. Te ne lascio un paio, che magari non hai letto, per conoscerci un po’ di più.
✨✨✨Un’anima viaggiante che voglio presentarti
«Il silenzio permette una riflessione profonda e un ascolto attento, ridando dignità ad ogni singola parola che si manifesti nella mente. In un mondo frenetico, è uno strumento prezioso per connettersi con se stessi e la natura.» Così scrive
nelle sue , storie per amanti della montagna e per chiunque cerchi rifugio nella natura. Belle, dai un’occhiata.
Ti capisco, io faccio difficoltà a prenotare l’ostello o l’airbnb per un periodo lungo e in passato mi sono pentita di partecipare a ritiri e workaway proprio per la mancanza di indipendenza
Illuminante! Grazie, Cristina