Viaggiare e camminare da soli o in coppia
Vivo e lavoro viaggiando. Lo racconto ogni settimana nei Pensieri Nomadi
Traversata delle Cinque Terre, dicembre 2024. Due giorni in cammino su un sentiero spettacolare, e vuoto in questa stagione. Tempo tiepido, silenzio e mare lucente. Questo mese abbiamo vissuto a Pitelli, sopra al borgo marinaro di San Terenzo (La Spezia), scoprendo a piedi posti poetici, di storia e natura.
Ciao, felice di ritrovarti tra i Pensieri Nomadi. Un benvenuto speciale alle persone nuove che sono arrivate numerose in questi giorni 😊 Grazie e buona lettura
Viaggio da sola o in coppia, ho poche esperienze antiche di viaggi di gruppo che negli ultimi anni non ho più fatto. Ogni tanto mi è capitato di viaggiare o camminare con una amica speciale, raramente però. Non è una scelta che voglia escludere, non ho preclusioni, ma di fatto, per la mia organizzazione di vita, e forse per inclinazione, vado più naturalmente nella direzione della solitaria o della condivisione con il mio compagno.
L’esperienza in solitaria o il viaggio in coppia non sono in alternativa, sono piuttosto complementari. Sono due bellezze, molto diverse tra loro, che desidero vivere entrambe.
La solitaria ha il pregio - e l’ansia - della presa diretta, della massima esposizione di sé nel mondo, della libertà di movimento, dell’uscita dalla zona di comfort, da ciò che è familiare.
La solitudine in viaggio o in cammino è avventurosa in quanto tale: ammanta di un’aura speciale ogni decisione pratica, giornaliera, su dove andare, dove dormire, cosa mangiare, come muoversi, cosa fare. Rende unico anche il gesto più semplice, come prendere un autobus o sedersi a un tavolino a fare colazione, di cui non ci accorgeremmo nemmeno se ci fosse qualcun altro con noi. Ma siccome siamo soli e, per di più in un ambiente lontano, straniero, sconosciuto, o con persone sconosciute, diventa pura emozione, coraggio, paura, coinvolgimento. Insomma ci mette in gioco completamente.
Viaggiare da soli o camminare da soli per più giorni - e quasi indipendentemente dal luogo che si scegli - può essere una esperienza indelebile, che ci cambia dentro. Certamente fortifica, non pensavamo di farcela e invece è andata benissimo. Dopo il primo viaggio in solitaria, di due giorni, una settimana, un mese, può succedere di non volere più smettere. A me è successo.
Se nella solitaria il valore centrale è il rapporto con noi stessi - non perché si stia per conto proprio, chiusi all’incontro, anzi, è relazione piena e senza filtri con gli altri e il posto in cui siamo - nel viaggio di coppia il valore principe è la condivisione, il legame che si crea in quello che stiamo facendo insieme. Nei cinque mesi di viaggio in Oriente che ho fatto tra il 2023 e il 2024 con il mio compagno avvertivo ogni giorno la costruzione di un particolare sentimento, che è proprio il legame di viaggio. Sentivo sedimentarsi un mondo che diventava nostro, esclusivo.
Quel viaggio è diventato un nuovo inizio, una base ancor più salda.
Nel viaggio di coppia la protagonista è la coppia, scusate la ridondanza. Il singolo, con il suo personale vissuto, in un certo senso, viene dopo. Prevale la comunanza e per questo ci sono naturalmente più filtri verso l’esterno. Non siamo soli di fronte alle cose che succedono, alle scoperte, agli inconvenienti, agli incontri, c’è l’altro, che insieme ci condiziona e ci potenzia. Con la sua presenza arricchisce l’esperienza, e rende possibile cose che da soli non faremmo, e ad un tempo la limita, perché immette nel viaggio un fattore rassicurante, noto. Sempre, quando si sta bene insieme nel viaggio e quando non si sta bene.
Si può avere voglia di una solitaria anche quando si è in coppia. Non bisogna aver paura di esprimere una esigenza di questo tipo o sentirsi in colpa. A meno che non vi siano conflitti di altra natura, non è questo un elemento che divide; al contrario, può portare aria nuova, racconti nuovi, linfa. Ci fa sentire ancora più uniti - l’unione nella lontananza può essere persino più forte che nella vicinanza - ma non dipendenti uno dall’altra. Liberi e uniti nei propri desideri. Per me questo è il segreto, volersi bene e sostenersi nella propria reciproca libertà .
Il viaggio itinerante, come un viaggio di cammino, è uno straordinario mezzo di conoscenza di sé e dell’altro e anche di conoscenza della nostra relazione. Il viaggio fa emergere un sacco di cose di noi, di noi singoli e di noi insieme. Ci mette alla prova in situazioni non di routine, ci fa confrontare nelle scelte, nelle difficoltà , ci misura nel rapporto che abbiamo col mondo.
Un buon compagno di viaggio non è affatto facile da trovare. Se lo troviamo nel nostro partner siamo molto fortunati, non diamolo per scontato. Non è sempre così, il viaggio può anche creare stress, tensioni, frustrazioni, separazioni.
E il viaggio in solitaria è una scelta, ricordiamocelo, una gioia, non un ripiego perché magari in questo momento non siamo in coppia. Spazziamo via ogni cliché, ogni condizionamento sociale e partiamo da soli se abbiamo voglia di farlo, senza paura e senza aspettare che qualcuno ci accompagni. Arriverà , e porterà un’altra bellezza.
Ti auguro un bel viaggio nel 2025, in solitaria o con chi vorrai.
Ci risentiamo nel nuovo anno. Intanto passa bei giorni di pace e scegli le persone che ti fanno bene.
Un abbraccio, Cristina
Grazie Cristina per i tuoi viaggi e i tuoi pensier
Come detto nel restack, quanto mi trovi d'accordo su questo concetto...
"Si può avere voglia di una solitaria anche quando si è in coppia. Non bisogna aver paura di esprimere una esigenza di questo tipo o sentirsi in colpa. A meno che non vi siano conflitti di altra natura, non è questo un elemento che divide; al contrario, può portare aria nuova, racconti nuovi, linfa. "