18 Commenti
ago 2, 2023Messo Mi piace da Cristina Rolfini

Cara Cristina, con il passare dei giorni, vedo con piacere che questo "argomento" sta suscitando in tutti noi un certo vivo interesse: aumentano infatti i commenti... ed aumenatano pure i "likes"! Segno che l'argomento sta a tutti quanti noi particolarmente a cuore. Dando così vita ad un interessante dibattito, ricco di belle considerazioni! Penso che sia davvero utile, per tutti noi, approfondire l'argomento andando ad aprire il "link" (su Wikipedia) sottostante; eppoi la sua prima voce: "Descrizione".

Qui si parla dei cambiamenti climatici (e delle varie teorie)... Dal Medioevo (periodo notoriamente caldo), siamo passati poi al periodo del Grande Freddo (conosciuto anche come periodo della "Piccola Glaciazione", che colpì tutta Europa, tra 1550 e il 1850), per arrivare, in ultimo, all'attuale fase di scongelamento dei ghiacciai... Con la descrizione del fatidico "punto di non ritorno!!! Quello di cui bisogna davvero aver paura è proprio questo: il "punto di non ritorno"... Resta quindi da capire se siamo davanti ad una delle "fasi di transizione della storia" o - ahimè - a quella "di non ritorno"! Davanti a questo amletico dubbio, continuo a battagliare e a prodigarmi per il bene e rispetto della Natura. Grazie a tutti e scusate

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Ritiro_dei_ghiacciai_dal_1850

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Di cosa "scusate"? :-)

Anzi, molte grazie a te per i tuoi contributi. E' dibattuta la questione del "non ritorno". In una intervista, Telmo Pievani, scienziato che stimo molto, raccontava di come la natura si sia sempre ripresa con ancora maggiore biodiversità dopo i grandi cambiamenti. Sottolineava che, tecnicamente, non è il pianeta ad essere in pericolo, ma noi, la nostra specie e altre specie che potrebbero far fatica ad adattarsi al cambiamento climatico.

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ago 2, 2023Messo Mi piace da Cristina Rolfini

Il mio "ahimè" era indirizzato proprio al "Sapiens", a noi sapiens... E, ovviamente, anche ad altre speci, appartenenti al mondo animale e vegetale... Ce la faremo a sopravvivere a questo surriscaldamento...? Ad adattarci - pure stavolta - a questo ennesimo cambiamento? O saremo destinati a sparire per sempre, dalla faccia della Terra, com'è già successo per altri esseri viventi, prima di noi? D'altro canto, è anche vero che, "...tutto si trasforma"! È notizia di questi giorni (apparsa su più giornali) che, in Spagna, "Ominidi di 8.000 anni fa" - davanti a grandi freddi - ce l'hanno fatta! Vediamo se stavolta siamo così fortunati!

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Grande Flavio 👏

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lug 31, 2023Messo Mi piace da Cristina Rolfini

Oggi l'aria è fresca, il mare azzurro. La rimozione è una pratica che il "sapiens" di oggi facilmente esercita, e non mi sottraggo. La costruzione della cattedrale, invece, deve andare avanti anche quando sembra che sia rimandabile la posa del proprio mattoncino. La consapevolezza è il primo mattoncino, agire nel proprio piccolo è il secondo; la sensazione che qualcosa vada fatto anche a livelli superiori resta, anche se la politica siamo noi. Grazie Cri per gli spunti interessanti.

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Grazie a te Vale, mi fa molto piacere trovarti qui tra i lettori commentatori

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lug 30, 2023Messo Mi piace da Cristina Rolfini

Cristina,il tuo invito ad essere ognuno di noi protagonista

“…a cambiare le abitudini, prendere l’ecologia sul serio, non limitarci al nostro piccolo ma pensare ai risultati sul lungo periodo.”, è apprezzabile, ma a parer mio , dal sapore nostalgico e romantico e pertanto inconcludente.

Il problema è, dal mio punto di vista, politico ed economico e richiede uno sforzo mondiale.

Grazie per portare il mondo che giri , nel mio piccolo mondo!

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Grazie Giuseppe del tuo commento. Penso proprio questo: che lo sforzo mondiale abbia bisogno di tutti noi e se non lo capiamo non andiamo da nessuna parte. Per poter essere efficaci dobbiamo prima di tutto cambiare il punto di vista. E non lo dico io ma fior di esperti. La politica siamo noi. E noi dobbiamo sollecitare la politica. Non ci sono scorciatoie.

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Anch'io da tempo guardo dall'altra parte, all'Italia (e al mondo) che vuole cambiare davvero 🤔 e in quanto al paragone della cattedrale, assomiglia a tanto che ho imparato frequentando conferenze su arte e storia.

Quindi, sì, l'impressione è che quello di cui si parla poco o nulla sia invece la realtà prima. E chissà che l’allerta degli scienziati non sia legata proprio al lato umano della questione...?

Ad esempio, leggendo il blog di Treedom, si scopre un mondo sconosciuto, ed è a quel punto che ti dici davanti a un albero, un fiore che spunta, un’ape al lavoro... ma quali sistemi o ideologie? È Vita.

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L'esempio della cattedrale è molto bello e valido su molteplici concetti. Ma mi permetto di osservare che se riferito ai cambiamenti climatici da per scontato che questi dipendano esclusivamente dall'uomo. La questione è controversa. Sia scientificamente che politicamente.

Personalmente non credo che le nostre azioni siano così decisive nel cambiare il clima. Certamente hanno effetto. Ma non come ce lo raccontano. Scienziati ipcc e divulgatori (o propagandisti) compresi.

Poi che ognuno di noi debba essere virtuoso è un qualcosa che si dovrebbe inculcare nella testa di tutti quasi in modo coranico

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Grazie Davide del commento. Certamente, la questione è complessa. Personalmente, penso che le attività industriali dell'ultimo secolo abbiano inciso moltissimo. È una variabile da cui non può prescindere nessun ragionamento sul clima. Non sarà l'unica ma è incisiva. L'uomo può e deve intervenire anche se non è lui l'unico responsabile perché quello che sta succedendo lo riguarda molto da vicino. La natura si riprende a ogni catastrofe più forte di prima, Sapiens no, o non è detto.

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Quanto di più vero non poteva essere da te scritto! Ne parlavo proprio ieri sera, con amici miei e tuoi, all'uscita del teatro... Il cambiamento climatico e le sue conseguenze, quante sofferenze e preoccupazioni ci dà...

Eppoi l'immagine del Duomo di Milano, così emblematica e così calzante! Un'opera incredibile, titanica, per la cui realizzazione sono occorsi centinaia d'anni, tanti sforzi, tante fatiche... oggi pienamente ripagate. E delle quali tutti quanti noi godiamo! Se tutti capissero questo 'semplice' concetto... avremmo già risolto gran parte del problema! Tutto questo non fu poi dissimile da quel che fu l'Opera del Duomo di Firenze o, parimenti, di altre cattedrali, con storie costruttive e realizzative simili. Queste si basavano infatti sui marmi delle proprie montagne; sui vicini corsi d'acqua per il trasporto dei loro blocchi; e dei tronchi delle loro foreste per la realizzazione di chiatte che servivono al trasporto di questi blocchi di pietra. Furono dunque tutte opere incredibili, di cui oggi andiamo ben fieri! Le origini del Duomo di Milano partono da lontano, dai monti ossolani: un tempo lombardi (all'epoca si era sotto i Visconti)!

Ogni suo blocco, di marmo rosa (pregiatissimo: quanto fragile, a causa degli agenti atmosferici odierni), provengono tutti da quella che ancora oggi viene chiamata la Veneranda Fabrica di Candoglia. E - ad "U.F.O." (oggi si direbbe "gratis": cioè, senza pagar dazio) - attraverso il fiume (la) Toce, il Lago Maggiore, il Ticino e i Navigli (di Leonardo) si arrivava a due passi dalla cattedrale, per realizzare questa incredibile opera!

Venendo ai problemi dei cambiamenti climatici, ieri si parlava dell'allarme della "Popillia japonica": il coleottero del Giappone, che dal 2014, anche a causa della progressiva siccità e delle sempre più alte temperature cocenti al suolo, infesta la nostra penisola, invadendo in maniera massiccia la Lombardia e numerose aree del Piemonte. Divora prati e foglie: soprattutto pampini di vite, scarnificandoli! Eppoi, anche del granchio blu che, sempre a causa del surriscaldamento delle acque, ha invaso non solo la Laguna di Orbetello, ma anche il Mediterraneo. E si sta divorando granchi e tutta la nostra ittifauna. Purtroppo i tempi cambiano e la preoccupazioni aumentano!

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Sì, e a me è molto piaciuto il pensiero della cattedrale. Credo che le cose vere possano essere espresse in modi diversi ma resta intatta la sostanza. Grazie a te.

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È un piacere leggerti! Anche io sento molto il cambiamento climatico. A volte lo soffro quando diventa estremo, mi impaurisce quando vedo i danni che provoca in tante parti del mondo, ma ho anche apprezzato la lunga primavera di quest'anno, forse perché vivo a Roma che ha un clima fantastico.

Sul cambiamento climatico concordo con Daniel Lumera, di cui sto leggendo un libro molto interessante "Ecologia interiore" che sostiene l'imprescindibilità di un cambiamento della nostra mente senza il quale non si ottengono risultati ambientali.

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Molto interessante questo intreccio Fulvia, il concetto di ecologia interiore non è lontano dal pensiero della cattedrale, sono molto d'accordo. Grazie per averlo condiviso e un saluto

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